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Il centro che muore

L’età d’oro del cinema in città

In pochi metri c’erano quattro sale di grido: da dieci anni, più niente.

L’età d’oro del cinema in città

Una volta, Rovigo era una città viva. Piena di gente, che aveva voglia di uscire e stare insieme. E, nel territorio comunale, c’erano circa quindici sale cinematografiche. Quattro soltanto nel cuore della città. La cosa più sorprendente? Funzionavano tutte. Ed erano sempre piene, soprattutto nei fine settimana.

Sono passati dieci anni esatti da quando l’ultimo cinema del centro città ha chiuso definitivamente i battenti. L’Odeon di via Manzoni non ha più riaperto dopo le vacanze natalizie del 2008: dal gennaio del 2009 il capoluogo del Polesine non ha più una sala cinematografica da poter raggiungere comodamente, facendo quattro passi nel salotto buono della città.

Un tempo cerano quattro le sale in pochi passi: oltre all’Odeon, l’ultima ad alzare bandiera bianca, c’erano l’Apollo di via Bedendo, il Corso, a due passi da piazza Matteotti, di fianco alla Pescheria Nuova, e il Duomo, che ancora proponeva una programmazione quotidiana.

Dal 2008, più nulla. Dieci anni durante i quali un altro servizio, com’è il cinema, si è spostato fuori dai confini del centro, per approdare in periferia, nell’area commerciale di Borsea. Il Cinergia in questi anni è stato l’unico punto di riferimento per chi voleva vedersi un bel film. Il centro si è svuotato. Nel dicembre del 2017, poi, l’incendio che ha devastato il multisala.

E da allora, fatta salva la programmazione del Cinecolonne di viale Porta Adige, Rovigo è rimasta senza cinema. E i rodigini sono costretti ad andare fuori provincia per gustarsi una pellicola. La soluzione? Un gruppo imprenditoriale vicentino sta sondando il terreno, per riaprire un cinema in città: al Censer o al posto di quello che era il Cinergia. Per ora, questo è l’unica speranza. Ma il centro... non c’entra.

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