Zangrossi, ruggine che vale oro

Morgan Zangrossi è un artista che vive e lavora a Gavello, e che riesce, utilizzando vecchi pezzi di computer in disuso, a rappresentare se stesso nella sua originalissima arte.

Morgan recentemente ha partecipato a due concorsi d’arte: il primo, il “Premio Marchionni”, si svolge in Sardegna, a Villacidro, nei locali del museo Magmma, dal 15 giugno al 31 luglio, aperto dal giovedì al sabato dalle 17 alle 20. Il secondo invece è intitolato “Il Segno”, si è collocato nella galleria Vip situata tra le bellezze della Valcamonica a Brescia, dal 15 al 30 giugno.

La giuria del Marchionni ha scelto il lavoro di Morgan tra circa 750 opere, classificandolo tra le 20 più belle e originali, portando così l’artista in finale.

Mentre ai giurati del premio “Il Segno”, Morgan ha proposto diverse opere facenti parte di una raccolta chiamata “In-Prospettive” con l’intento di esprimere un concetto che spesso viene sottovalutato o si dà per scontato, ma che Morgan è riuscito pienamente a interpretare: l’importanza e la necessità di non soffermarsi alla superficie delle cose o delle persone che ci circondano ma di guardare oltre: le scoperte più inaspettate e interessanti, anche se talvolta complicate, spesso si possono trovare lì.

La giuria, colpita dalla profondità di Zangrossi, ha voluto premiare il ragazzo ritenendo le sue opere degne dell’assegnazione di una targa intitolata a Lucio Fontana. Proprio Lucio Fontana è uno degli artisti che ha ispirato Zangrossi, insieme a Michelangelo Pistoletto, Alberto Burri e ancora Marcel Duchamp.

Studiando le loro biografie e le loro opere, Zangrossi ha perfezionato un’arte che ha preso origine in famiglia, dalle passioni del nonno legate all’agricoltura, principalmente nei suoi attrezzi, che lo accompagnarono durante la sua giovinezza all’insegna del gioco.