Prosegue la polemica nata in consiglio comunale, in merito alla determinazione dell’aliquota Tari per l’anno 2018. Ad intervenire nuovamente è il sindaco Maura Veronese, che risponde alla minoranza.
“E' chiaro che è più semplice e ‘comodo’ scrivere un post strappa like con ‘la tassa è più alta, come la mettiamo?’. Forse però bisognerebbe approfondire un pochino”.
Veronese passa poi in rassegna, nel dettaglio, i motivi dell’incremento maggiorato dell’8,13% nella tariffa finale: “33.061,48 euro dal conguaglio del piano finanziario 2016 (...); 90.627,80 euro per erroneo calcolo nel conguaglio della Tari, nella differenza tra il piano finanziario 2017 di Ecoambiente (...) rispetto a quello approvato dal Comune a marzo 2017 (per obbligo di legge va approvato entro i termini di approvazione del bilancio) e un conguaglio positivo anno 2015 conteggiato indebitamente nel piano finanziario 2017; altri 99.171,36 euro per il servizio di supporto per la gestione della Tari affidato a As2 srl, e 32.311,50 euro servizio di accertamento (recupero evasioni) anno 2016 da parte di As2”.
Ed ancora: “Quest’anno si versa l’ultima quota di 139.482,86 euro (chiamata ‘quota bracci’) di un fondo svalutazione crediti creato 5 anni fa per colmare un vecchio debito del gestore rifiuti. 15mila euro sono i rimborsi che il comune andrà a fare a contribuenti che magari hanno pagato di più rispetto al debito dovuto negli anni scorsi”.
Il servizio completo oggi 7 marzo sulla Voce di Rovigo
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