Il ladro seriale finisce in carcere
Tasse
14/11/2018 - 23:38
“Puntuale come le tasse”. È una frase ormai entrata nel lessico comune e acquista maggior senso proprio in questo periodo dell’anno. La data che imprenditori e comuni cittadini devono annotarsi, stavolta, è venerdì 16 novembre.
Da quel giorno, e per due settimane, si condenseranno alcune delle più pesanti scadenze fiscali e tributarie per i contribuenti italiani. Si comincerà con il versamento dell’Iva per il mese di ottobre e per il terzo trimestre dell’anno e il versamento delle ritenute Irpef di dipendenti e collaboratori. E si arriverà a venerdì 30 novembre, quando occorrerà provvedere agli acconti Irpef, Ires, Irap....
Insomma, una mazzata grossa per molti.
Ma quest'anno che qualcosa di più, che stona. E lo fa notare Confapi di Padova che ha fatto un po' di conti in tasca ai veneti, E non solo. Conti dai quali "appare evidente la sproporzione tra il contributo del Veneto alle casse dello Stato e il ritorno al territorio”.
Ma non solo.
Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, le casse dello Stato in questi 15 giorni incasseranno 57 miliardi di euro, circa 2 miliardi in più rispetto al 2017. Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, ha stimato che il peso che graverà sui contribuenti veneti a novembre sarà di circa 5,25 miliardi. Nello specifico, la voce che inciderà di più è quella relativa alla liquidazione dell’Iva (1.380 milioni), seguita dall’acconto Ires (1.288 milioni) e dalle ritenute su dipendenti e collaboratori (1.058 milioni).
Cosa si sarebbe potuto fare con questi soldi versati dai contribuenti del Veneto alle casse dello Stato?
Ad esempio finanziare interamente per due volte i 2 miliardi e 258 milioni di euro i lavori della Pedemontana. O coprire dieci volte la cifra destinata alle famiglie della regione che hanno i requisiti per il reddito di cittadinanza. O, sempre per restare sul tema reddito di cittadinanza, considerato che per la misura saranno nel complesso stanziati 9 miliardi di euro e che le famiglie con i requisiti di ammissione sono per il 48,6% localizzate al Sud e nelle Isole, è come se i soldi dei contribuenti veneti coprissero interamente la quota loro destinata.
"Ovviamente i calcoli relativi a cosa si sarebbe potuto fare con le tasse versate sono solo provocazioni, ma, se chiamiamo in causa il reddito di cittadinanza, è per sottolineare come con questa misura si vadano a trasferire risorse da chi lavora a chi non lavora e quanto sia evidente la sproporzione tra il contributo del Veneto alle casse dello Stato e il ritorno al territorio", spiega Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova.
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