VOCE
primo piatto
30.07.2016 - 22:00
Lo chef Daniele Zagati dell'hotel ristorante da Mancin a Taglio di Po
Il risotto di rane proposto dallo chef Daniele Zagati all'hotel ristorante Mancin di Taglio di Po.
Troppo spesso la ristorazione, influenzata da mode passeggere, è alla ricerca di nuove forme di cucina, scordandosi che la qualità si nasconde nella tradizione, ovvero nelle ricette della nonna quando si ottenevano pietanze raffinate utilizzando materie prime del territorio che ai giorni nostri ormai sono dimenticate.
Un esempio lo si trova in alcune preparazioni che fanno parte della cultura gastronomica polesana che utilizzavano un ingrediente considerato che tuttavia oggi appare inconsueto alle nuove generazioni: la rana. E’ curioso come siano molte le simbologie e leggende legate a quest’alimento. In Lombardia, per esempio, si pensava che andassero pescate solo nei mesi con la “R”, mentre in epoca medioevale si pensava che il loro gracidio fosse una lode a Dio ed interromperlo significasse impedire la liberazione di un’anima dal purgatorio.
In ogni caso la rana è un alimento, nutrizionalmente parlando, ricco di proteine, con un basso contenuto di grassi, ma ricca di ferro. Veniva consumato dai contadini soprattutto nei momenti di carestia ed è inoltre un alimento molto legato alla cultura gastronomica polesana, anche se di questi tempi sono quasi introvabili a causa dell’inquinamento.
Nonostante ciò lo chef Daniele Zagati, socio dell'hotel ristorante Mancin di Taglio di Po, sta riscoprendo l'utilizzo della rana. La proposta è inserita nell'iniziativa "il piatto del Giubileo". Per l’occasione ha preparato un risotto con le rane, un piatto che in molti non hanno mai assaggiato.
Oltre a presentarsi visivamente cromatico, il tocco finale della decorazione con un fiore di carota, limone e prezzemolo, lo rende più elegante. Al primo boccone si sente subito un aroma speziato e dolciastro dato dal sugo di rane preparato con: pomodoro, battuta di cipolla e vino bianco, in seguito l'accento speziato ed un po' piccante viene rilasciato dalla mantecatura fatta con prezzemolo, rosmarino e pepe bianco, come ci illustra meticolosamente lo chef. La degustazione è impreziosita da un "Ribolla gialla della cantina villa Chiòpris", vino bianco non frizzante che ben si sposa con questo piatto.
"Il piatto è come lo faceva mia nonna, con l'unica eccezione che ho aggiunto quel piccolo tocco di innovazione che le rende visivamente gradevole", spiega lo chef Daniele con diploma quinquennale all'istituto alberghiero "Cipriani" di Adria ed esperienze come cuoco a Firenze e Roma, In questo ristorante, che si può sfruttare come punto di partenza e ristoro per poi partire verso varie escursioni nel parco del Delta del Po da poco insignito area Mab dell’Unesco, si possono degustare altre preparazioni molto interessanti come per esempio un dolce rinfrescante adatto alle calde giornate estive, cioè il "tiramisù alla menta".
Questi piatti si possono scegliere nel menu degustazione che varia ogni fine settimana per offrire un’esperienza unica al cliente. Il risotto di rane, invece, sarà possibile degustarlo su ordinazione, (0426/662355). Nel menù non sono previste solo portate di pesce, ma anche di carne. Interessante la carta dei vini con un’ottima selezione di rossi, bianchi fermi, prosecchi e champagne. L'iniziativa del "Piatto del Giubileo" rientra nel progetto Futour.
Progetto di formazione continua: il turismo del futuro tra tecnologia, comunicazione e ospitalità cod. 1004/1/1/784/2015, finanziato dalla Regione Veneto attraverso il Fondo Sociale Europeo, e promosso da Cifir, ente di formazione di Confindustria Venezia Rovigo. Il progetto che ha una valenza regionale vede coinvolti un centinaio di operatori turistici del Veneto. Con esso si propone di sviluppare una nuova idea di turismo, il quale partendo dal turismo emozionale riesca ad accrescere l'attrattività del territorio. Attraverso l’iniziativa del Piatto del Giubileo gli operatori della ristorazione hanno voluto mettersi in gioco, applicando quanto appreso nei vari moduli formativi e cimentandosi nelle nuove frontiere del marketing tra arte cultura didattica e food.
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