VOCE
Il caso
08.05.2018 - 19:39
E il chiosco? Sembrava tutto deciso, con l’obbligo di smontare l’immobile di piazza Merlin e il Comune di Rovigo intransigente nei confronti dei titolari delle due attività: nessun rinnovo di concessione. E invece? Invece ora ritorna tutto in ballo. O meglio la maggioranza si scopre non più granitica con lo stesso assessore al commercio Luigi Paulon che mette nel conto un suo clamoroso passo indietro. E infatti all’interno della squadra che sostiene la giunta Bergamin non tutti sono sulla linea che fino a pochi giorni fa era di Paulon e Avezzù: eliminare dalla piazza il chiosco punto e basta.
Per ora l’amministrazione comunale si è infilata in una sorta di vicolo cieco. Anche perché i titolari delle due attività non sono disponibili a smantellare l’immobile (uno dei due, quello dell’edicola, è addirittura emigrato in Spagna) a causa dei costi elevati. Per questo nella giunta comunale ci si interroga sul cosa fare.
L’assessore ai lavori pubblici Saccardin ribadisce che “ai titolari è stato scritto che non sarà rinnovata la concessione per l’esercizio delle attività commerciali. A loro spetta smobilitare”. Poi però ammette: “Se non lo faranno occorrerà decidere il da farsi. In ogni caso ne parleremo in maggioranza”. Il presidente del consiglio Paolo Avezzù, invece, rimane categorico: “Il chiosco in quel punto non può restare. Va rimosso. So bene che i due titolari non hanno le risorse per smontare l’immobile. Ma non può restare”.
Qualcuno, in maggioranza, avrebbe delle remore ad abbattere il chiosco-bar anche a seguito delle lamentele del titolare, messo in ginocchio dalla scelta del Comune di non rinnovare la concessione. A questo punto però pare che lo stesso vecchio titolare non sarebbe più disponibile a riprendere in mano l’attività sempre a causa dei costi eccessivi. E quindi? Quindi proprio qua sta lo stallo di palazzo Nodari. Spendere circa 30mila euro per la rimozione di chiosco o edicola, oppure favorire l’ingresso di un’altra attività? A questo punto però il chiosco resterebbe al suo posto.
I grandi contestatori del bar-chiosco sono da sempre Paulon e Avezzù. Riusciranno ad andare fino in fondo, anche considerando che diversi cittadini si dichiarerebbero contrari alla rimozione? Paulon ha ammesso che un dietro front non è impossibile. Resta però la sensazione di un cul de sac nel quale ci si è infilati. C’è tempo fino al 18 giugno per trovare una soluzione. In giunta le posizioni non sono più rocciose, la concessione non sarà rinnovata. ma cosa succederà al chiosco ancora non si sa.
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