VOCE
Il caso
09.05.2018 - 22:40
Ha fatto il giro dei social - ma anche della politica rodigina - la notizia dello “strano caso” dell’assessore di Rovigo Luigi Paulon che è riuscito a strappare al proprio datore di lavoro, all’epoca Polacque, un benefit aziendale che tutti si sognano.
Paulon, come pochissimi altri dipendenti di Aquevenete (da cui è stato “ereditato”, benefit compresi), in servizio al laboratorio analisi di Monselice, va infatti andare al lavoro con l’auto aziendale, ma solo dopo aver timbrato il cartellino nella sede di Rovigo. Proprio il contrario di quello che avviene per tutti i lavoratori del mondo, che prima si recano sul posto di lavoro con la propria auto e solo dopo possono timbrare. Perché fra andata e ritorno, il tempo corre... pagato ma senza lavorare. Tutto lecito, diciamolo, fa parte di accordi sindacali. Patti che fanno comunque discutere, visto che a sottoscriverli (a quanto pare obtorto collo) è stata a suo tempo Polesine Acque, una società interamente a controllo pubblico e che fatturava ai cittadini la bolletta dell’acqua.
E il popolo di Facebook non perdona nulla ai personaggi pubblici, figuriamoci ai politici. E così Paulon è finito nel ciclone delle critiche. Numerosi i commenti, parecchi sopra le righe, altri (pochissimi) più pacati. Tutti estremamente critici. Alessandra dice che “non so quanti se lo possano permettere ma basterebbe non permetterlo più neanche a lui”. Molto cattivo, invece, Riccardo: “Fosse almeno capace di risolvere i problemi come assessore. Mi pare ne abbia solo creati finora. Rovigo merita molto di più...”. Enrico, dal canto suo, sottolinea che “a me andare per andare a lavorare a Bologna non mi hanno mai pagato il carburante”. Luigi, però, si mostra comprensivo: “Saranno necessità aziendali, o un contratto particolare”. Ma è proprio questo a far saltare la mosca al naso. Come rimarca con amarezza Emanuela: “Eh... non siamo tutti uguali. La sottoscritta veniva pagata dal momento che timbrava il cartellino, non per il tragitto casa-lavoro”. Miriam invece si limita a considerare: “Privilegi anche a Rovigo”. . Come dice Elisa, drastica: “Se tornasse alla sua professione e si dedicasse solo a quella...” Insomma, un diluvio di critiche e polemiche, fra rabbia e disincanto. Come Simone, che dice: “Tutto normale, siamo abituati”. Oppure Antonella che ironizza: “Ma che bravo... complimenti”. E il fiume non si ferma, fino al sarcasmo corrosivo di Eddi: “Magari si ferma anche a fare colazione...”.
Insomma, sui social non ci sono dubbi: per l’assessore il cartellino è “rosso”..
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