VOCE
Adria
14.05.2018 - 23:22
Il tema della Casa di Riposo era quasi scontato che diventasse argomento di campagna elettorale; troppo le accuse che si sono susseguite in questi anni... E non solo per la perdita di un’ingente finanziamento regionale.
Nei mesi scorsi avevamo scritto dei risultati tutt’altro che lusinghieri del Csa di Adria all’atto dei controlli effettuati dagli ispettori regionali. Controlli che si erano conclusi, nello scorso febbraio, con una relazione in cui spiccavano numerose insufficienze.
Ma quali? C’è voluto un po’ di tempo, ma alla fine è venuta fuori la relazione degli ispettori regionali, con tanto di punteggi per le singole voci passate al setaccio. E quello che si può leggere al suo interno non è solo da bocciatura, ma è a tratti inquietante. Ma cosa succedeva dentro quella casa di riposo?
E’ venuto fuori che al Csa di Adria c’erano “scadenti condizioni igienico-sanitarie dei locali di degenza e dei servizi igienici”. Ma non solo. Sono venute a galla anche una serie di “criticità” in relazione all’erogazione dei farmaci, oltre ad una serie di carenze per quanto riguarda il rispetto degli standard per il personale.
E già questo sarebbe sufficiente per porsi delle domande.
Ma è andando più a fondo nelle singole voci che vengono a galla situazioni decisamente imbarazzanti, perché riguardano direttamente la cura dei pazienti.
Un qualche esempio? Nei locali per i bagni assistiti - spiegano ad esempio gli ispettori della Regione - viene usato lo stesso pettine per per tutti gli ospiti, e allo stesso modo vengono impiegati sempre gli stessi attrezzi per manicure e pedicure. Una carenza grave, se si pensa alla possibilità di trasmissione di infezion i cutanee, e non solo.
Ma c’è una segnalazione che più di altre appare preoccupante. Gli ispettori segnalano infatti “disordine nelle cucinette di reparto e uso improprio di siringhe con cono catetere impiegate come ausilio per l’alimentazione dei pazienti, riposte nello stesso contenitore e prive di involucro. Che significa un utilizzo promiscuo delle stesse, contro ogni norma comportamentale.
Ma come è possibile che tutto questo sia passato inosservato al personale dirigente? E i vertici del Csa, a partire dalla presidente Sandra Passadore, quando ne sono venuti a conoscenza?
C’è poi un’altra “denuncia”, forse ancora più grave. “Alcuni farmaci sono stati rinvenuti all’interno degli armadietti del locale cucina e non all’interno dell’apposito armadio farmaceutico”. Insomma: una gestione piena di pecche e di problemi, sulla quale però dopo l’ispezione è calato un silenzio quantomeno sospetto. Già... ma perché?
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