Cerca

Rugby giovanile

L'educatore Salvan: "Il rugby è vita"

Il tecnico gialloblù: "Una stagione positiva, abbiamo partecipato a 11 raggruppamenti"

L'educatore Salvan: "Il rugby è vita"

In attesa di concludere la stagione a Verona il 3 giugno, riprende il viaggio nel mondo del Rugby Frassinelle per conoscere gli educatori. Questa pausa è l’occasione per scambiare quattro chiacchiere con Diego Salvan, educatore Under 10 assieme a Silvia Nalin.


Ciao Diego, parlaci un po’ di te.

“Per il mondo del rugby sono ‘Gingo’, sono un ex giocatore e da 4 anni educatore a Frassinelle. Sono sposato con Federica dal 2005, lei fa l’educatrice in Under 6. Ho due figli, Daniel di 10 anni e che da cinque pratica questo sport e Nikita, di otto, grandissima sostenitrice di suo fratello e dei suoi compagni”.


Ormai siamo arrivati quasi alla fine della stagione sportiva. Come è andata complessivamente?

“La stagione è andata molto bene. Abbiamo partecipato a 11 raggruppamenti presentando sempre 2 squadre Under 10. Abbiamo fatto quattro tornei, vincendo il torneo di Pieve di Cento, posizionandoci secondi al trofeo Ovalina di Badia Polesine. Siamo arrivati 14esimi su 36 squadre al memorial ‘Amatori’ di Parma e infine al ‘Città di Treviso’ siamo giunti 24esimi su 85 formazioni”.

Quanti atleti compongono l’Under 10?

“I bambini sono 29. Nel corso dell’anno abbiamo avuto due nuovi inserimenti, uno a gennaio e l’altro ad aprile. Devo dire che per il bambino arrivato a gennaio si e integrato benissimo nel gruppo, dimostrando anche di avere acquisito i principi e fondamentali del rugby (avanzare e sostenere per continuare ad avanzare). Mentre per il bambino arrivato ad aprile direi che è troppo presto per dare una valutazione. Comunque vedo che si diverte, lega con i compagni e non ha paura del contatto”.

E per chi avesse voglia di iniziare a giocare a questa età ma che forse è ancora titubante, cosa ti senti di dire al ragazzo e ai suoi genitori?

“Ai genitori dico che giocare a rugby significa insegnare ai bambini a rispettare le regole che ti impone questo sport, ovvero il rispetto, il sacrificio e l’impegno a dare sempre il massimo in tutto quello che si fa. Poi vengono insegnati i fondamentali della palla ovale e alla fine si comincia a giocare a rugby. Queste sono regole che servono nella vita di tutti i giorni e che purtroppo secondo me si stanno perdendo. Scuola, famiglia e società devono collaborare tutti assieme per la crescita dei ragazzi, ma non sempre è cosi”.

Sulla "Voce" di martedì 22 maggio l'intervista completa.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400