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Rovigo

Cefil e il dietrofront sul Maddalena

Il passo indietro della ditta di Filon risparmierebbe al Comune una trafila infinita per riprogettare

Cefil e il dietrofront sul Maddalena

Il passo indietro della ditta di Filon risparmierebbe al Comune una trafila infinita per riprogettare

Potrebbe esserci un clamoroso dietrofront nella trattativa arenata dell’ex ospedale Maddalena. Colloqui insistenti tra vertici politici di palazzo Nodari e il titolare dell’azienda Cefil, Pierluigi Filon, fanno sperare in un passo indietro del titolare del 50% dell’immobile e del parco Maddalena, senza il quale l’accordo con il privato salta. L’imprenditore ha tempo fino ad oggi, altrimenti in giunta andrà la delibera con un nuovo progetto da presentare a Roma.

Va detto che il sindaco Massimo Bergamin ha già pronto il piano B del progetto, con la sistemazione di altri immobili. E che a Roma c’è disponibilità nella riformulazione dei piani per le periferie. Certo è che una soluzione del genere allungherebbe in maniera insostenibile i tempi e sarebbe comunque un’incompiuta per l’amministrazione Bergamin. Progettare da zero l’ex caserma dei vigili del fuoco, così come l’ex comando dei vigili urbani e ancora casa Barotto, in viale Porta Adige, poi presentarlo a Roma e attendere la valutazione dei responsabili del procedimento sarà una trafila infinita.

Il bando periferie e tutto il correlato di atti amministrativi per riqualificare l’ex Maddalena è stato definito in ben due anni. Giusto per dare una misura dei tempi.

Se Filon gettasse la spugna, invece, venerdì prossimo a Roma si chiederebbe una proroga limitata nel tempo e tutto sommato “fisiologica”.

In ballo, lo ricordiamo, se ce ne fosse bisogno, ci sono ben 13,5 milioni di euro, già stanziati per Rovigo, e ora in stand by. L’accordo con il privato, propedeutico a tutto il progetto, si è bloccato in maniera brusca sul valore dell’immobile e del parco. Mentre l’agenzia delle Entrate lo aveva valutato 4,5 milioni di euro compresi d’Iva, per il Comune vale 2,5 milioni di euro che andrebbero a saldare direttamente il debito che i privati hanno con la banca e relativi a un mutuo, liberando in questo modo l’immobile dall’ipoteca.

Il servizio completo sulla Voce di Rovigo di oggi 5 giugno

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