VOCE
Truffa
07.06.2018 - 19:41
Nella sua casa in Polesine sono stati trovati i nomi dei clienti, le cifre intascate, gli indirizzi mail, gli appuntamenti hard e i messaggi. Un vero e proprio libro mastro del sesso a pagamento, la mappa di chi sceglieva la trasgressione per incontri bollenti con la escort ungherese denunciata per truffa. Era tutto scritto e catalogato nel suo smartphone, con meticolosità certosina da contabile a luci rosse.
A finire nei guai una ragazza di 21 anni residente in Polesine, di nazionalità ungherese, avvenente e spregiudicata al punto tale di aver scelto come professione di vendere il suo corpo, anche utilizzando un sito web per promuovere se stessa, un sito on line di incontri.
Ed è su questo sito che un 59enne di Mira (Venezia) la vede e la contatta per una notte di sesso a pagamento. I due raggiungono l’accordo: 500 euro per una serata di “divertimenti”. Concordano anche il luogo dell’incontro, a Padova, vicino alla stazione ferroviaria, forse un luogo a metà strada fra Mira e il Polesine.
E così i due si incontrano, fanno conoscenza, probabilmente la 21enne si mostra carina con il 59enne, magari lo lusinga, lo alletta con carezze e con la prospettiva di momenti hard. Ma oltre ad essere avvenente la ragazza è anche spregiudicata, e probabilmente con un piano già pronto da mettere in pratica. E così la escort pretende di essere subito pagata e si fa consegnare 500 euro in contanti. Poi dà seguito a quello che rivelerà essere un inganno. Inventa una scusa per allontanarsi e dicendo di dover entrare in una tabaccheria per comprare delle sigarette lascia la compagnia del 59enne di Mira.
L’uomo aspetta il ritorno della ragazza ungherese, ma è un’attesa vana, perché la ragazza non si fa più vedere. E’ a questo punto che l’uomo si rende conto di essere stato raggirato, truffato da una escort scappata con i 500 euro che aveva pagato per prestazioni sessuali fantasma.
Il 59enne allora decide di passare all’azione, va negli uffici della Polfer per sporgere denuncia di truffa. racconta quello che gli è successo, mostra i messaggi e le fotografie che si era scambiato con la giovane.
le indagini della polizia ci mettono poco a risalire, attraverso il sito di incontri sul web, alla 21enne dell’est Europa. Dopo la denuncia il pubblico ministero ordina una perquisizione nella casa polesana della escort. I poliziotti setacciano l’abitazione della donna e sequestrano il telefono cellulare che faceva da agenda con cui la giovane gestiva la propria attività di escort. Nello smartphone erano annotati tutti i nomi dei clienti, le cifre pagate, gli incontri proibiti, gli indirizzi, la provenienza. Insomma un vero libro mastro della prostituzione d’alto bordo. Clienti provenienti da diverse città, probabilmente anche dal Polesine. E non è escluso che l’episodio di truffa messo a segno contro il 59enne di Mira fosse solo l’ennesimo episodio di una catena di raggiri. Le indagini di magistratura e polizia ora continueranno per accertare se i clienti della escort ungherese residente in provincia di Rovigo siano anche vittime di truffe.
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