VOCE
Badia Polesine
29.06.2018 - 21:09
Soltanto lunedì il medico legale chiarirà cos’è stato a portarsi via Stefano Mascellani, il cuoco di 46 anni originario di Masi morto l’altro giorno a Malta, dove da quattro anni, a Birgu nel sudest dell’isola, gestiva il ristorante italiano Osteria.Ve, aperta con il rodigino Thomas Panagin.
E proprio a Thomas, 40 anni, è toccata la parte più difficile. Quella di riconoscere l’amico, dopo il decesso. “Sono andato a vederlo questa mattina - raccontava ieri, comprensibilmente ancora scosso - aveva la mano ancora stretta all’altezza del cuore. Credo ci siano pochi dubbi su quello che è successo”.
Un infarto. Anche se la certezza arriverà solo lunedì, quando sarà eseguita l’autopsia: in questi giorni Malta è ferma per la festa nazionale dei santi Pietro e Paolo. Intanto, da Valencia sta arrivando sull’isola Ana, la fidanzata di Stefano. E proprio Valencia doveva essere la prossima tappa della vita di Stefano: l’osteria veneta aperta con Panagin, dopo quattro anni, è ormai una solida realtà, e i due soci polesani sognavano in grande. Al punto di voler fare di Osteria.Ve un franchising multinazionale: Stefano avrebbe dovuto aprire la nuova sede di Valencia, Thomas sbarcare in Lettonia, a Riga, per fare altrettanto. “Adesso si rimescola un po’ tutto. Non so cosa farò - confida Thomas Panagin - ma di certo lavorerò perché il suo sogno si realizzi. Non può finire tutto così”.
Stefano amava fare jogging. Andava a correre anche quattro volte a settimana, la mattina, con il suo cane, Scott. Novanta minuti di corsetta per tenersi in forma. Sempre lo stesso percorso: una strada turistica, poi un tratto che costeggia un campeggio, per proseguire poi sullo sterrato, in una zona poco frequentata. Proprio qui è stato colto da un malore. L’ha trovato un passante, presumibilmente dopo diverso tempo: Stefano era a terra, vicino a lui cellulare e occhiali da sole, le uniche cose che aveva portato con sé. Niente documenti. La polizia, avvisata dal passante, ha contattato la fidanzata, a Valencia, che in lacrime ha chiamato Thomas. E’ toccato a lui, accompagnato da un altro collega italiano, procedere con il riconoscimento e le formalità burocratiche del caso.
“Purtroppo, era proprio Stefano”, dice Thomas. “Stefano era una persona speciale - lo ricorda l’amico - è stato il mio testimone di nozze, ed è stato lui, quattro anni fa, a portarmi via da Rovigo, dove stavo vivendo un momento difficile. Insieme abbiamo fatto qualcosa di grande, e a lui devo tutto. Senza di lui, non so ora dove sarei. Lo ringrazierò per sempre per ciò che ha fatto per me: è stato un grandissimo amico, e lo resterà per sempre”. A Masi, Stefano lascia mamma Lidia e papà Guido, oltre a una sorella e due fratelli, tra cui Luca, che gestisce la nota piadineria La Salsiccia di viale Porta Adige, a Boara. E Luca, lunedì, partirà alla volta di Malta, e forse, a fine settimana prossima, Stefano potrà rientrare in patria.
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