VOCE
Adria
12.07.2018 - 18:58
Si riduce sempre più la speranza di rivedere le cicogne in piazzale degli Etruschi. E’ quanto emerge dal laconico comunicato dell’assessore Luca Coletto che ha incontrato a Roma il sottosegretario alla sanità, Maurizio Fugatti “L’assessore veneto – si legge nella nota - ha avviato col Governo un dialogo al fine di armonizzare i punti nascita col piano socio-sanitario regionale in via di formalizzazione, evitando da un lato di privare i territori di strutture essenziali ma, contemporaneamente, di restare nei paletti fissati dalla legislazione nazionale”.
Quest’ultimo passaggio suona tanto come un de profundis per le cicogne. Tuttavia secondo l’assessore polesano Cristiano Corazzari “c’è la volontà della Regione di rivedere la posizione non condivisibile del governo e di chiedere il mantenimento dei punti nascite di Trecenta e Adria. In particolare quest’ultimo, perché - sottolinea l’esponente leghista originario di Stienta - rappresenta un importante e irrinunciabile presidio che risponde efficacemente ai reali bisogni del territorio e un servizio fondamentale”.
Nel frattempo la consigliera grillina Patrizia Bartelle suggerisce che “la Regione faccia uno scambio del personale tra Adria e Rovigo, finanziando direttamente il servizio, che risulterebbe di fondamentale importanza in questo periodo dell’anno, in cui la popolazione nel Basso Polesine viene incrementata da un numero importante di famiglie che scelgono il Delta del Po”.
Si muove anche il Pd che ha presentato un’interrogazione presentata dai consiglieri Fracasso, Sinigaglia, Azzalin e Moretti al governatore Zaia per sapere “se intende confermare con un apposito provvedimento il modello della rete dei punti nascita approvato nel dicembre del 2016, ossia salvaguardano quelli che non arrivano alla soglia dei 500 parti annui, derogando alla direttiva ministeriale”.
Intanto si mobilita la società civile e per venerdì sera alle 19 in piazza Cavour, viene organizzato un flash mob per un incontro libero e spontaneo fra cittadini che vogliano manifestare il loro dissenso alla chiusura di tale servizio. Il tam tam è stato lanciato sui social e gli organizzatori fanno sapere che “saremo presenti in modo silente e civile: è auspicabile portare un passeggino o una carrozzina vuota per dare un segnale forte di ammonimento che non ci saranno più nascite nel nostro ospedale”.
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