VOCE
Soldi pubblici
13.07.2018 - 20:00
“Questa è la chiave di volta per cambiare le regole per tutti quanti. Oggi tagliano le pensioni a noi ex parlamentari, domani lo faranno a 60 milioni di lavoratori”. “Faremo ricorso, e lo vinceremo. Perché qui si viene a toccare quello che è un diritto acquisito. E non possono farlo”.
Gli ex deputati polesani non ci stanno. E insorgono contro il taglio ai vitalizi, approvato l’altro giorno dalla Camera. Una sforbiciata che costerà, a nove ex inquilini di Montecitorio, qualcosa come 170mila euro l’anno, 14mila al mese.
Ad incassare meno di tutti, con una sforbiciata al vitalizio fin qui percepito del 68,47%, sarà Antonio Zanforlin. Per lui, che a Roma ci è rimasto quattro anni, dal 1979 al 1983, la pensione sarà di 980 euro, contro i 3.108 che aveva percepito fino ad ora.
Ed è proprio lui il più agguerrito, contro il taglio ai contributi. E’ lui che annuncia il ricorso, e che è certo di vincerlo. “Guardi che quanto percepiamo non è un regalo. Abbiamo versato i contributi per avere questa pensione. Io versavo 30mila lire al mese”, ricorda Zanforlin, che oggi ha (quasi) 89 anni. “Non siamo dei ladri. Anzi, tutt’altro - rivendica - pensi che io a fare il deputato ci ho rimesso. Con la mia attività professionale da funzionario di banca, guadagnavo sei milioni di lire l’anno in più che in parlamento. Per quattro anni ci ho rimesso. Ma non era un passacarte: servivo il mio Paese”.
Con il taglio ai contributi, secondo Zanforlin “si sta facendo una battaglia contro le persone. E tutto per cosa? Per risparmiare qualche denaro? Queste sono briciole: non si salva il bilancio dello Stato in questo modo. Si risana facendo a meno di comprare giocatori di pallone da cento milioni di euro e dando loro ingaggi milionari. E’ lì che bisogna fare economia, non sulle spalle di chi ha fatto il parlamentare. E’ una farsa, e non ci sto”.
E l’ex sindaco di Rovigo Fabio Baratella, che a Montecitorio sotto le insegne dei Ds si è seduto per due soli anni (ma ne ha fatti cinque al Senato dove, però, i vitalizi non sono stati tagliati). “Iniziano con noi ex parlamentari, poi continueranno ricalcolando le pensioni di tutti, per passare dal retributivo al contributivo. Milioni di persone si troveranno con pensioni da fame”.
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