VOCE
La storia
16.07.2018 - 17:01
Da Rovigo a Zagabria per tifare Croazia. E’ l’incredibile viaggio di cinque amici rodigini, che domenica mattina sono partiti di buon mattino, decisi ad assistere alla finale mondiale sui maxischermi di piazza Jelacic, nel cuore della capitale croata, in mezzo al tifo biancorosso più vero e più caldo.
Un’idea partita da Giuseppe Mortella, 32 anni e il cuore diviso a metà tra il pallone rotondo (è tifoso della Juventus oltre che del “suo” Lecce) e quello ovale (è allenatore della giovanili del Rugby Frassinelle, dopo tanti anni passati sul campo). Per lui, che in passato ha lavorato a Zagabria, con un progetto della Camera di Commercio croata, sposare la causa di Modric e compagni è stato quasi automatico.
“E quando Mario Mandzukic ha buttato dentro il pallone del 2-1 all’Inghilterra, in semifinale, mi sono detto: la finale la voglio vedere a Zagabria”, racconta. Subito ha interpellato gli amici di sempre, “ma erano titubanti - svela - così ho lanciato un appello via Facebook: chi viene con me a vedere la finale a Zagabria? Era quasi uno scherzo, ma qualcuno mi ha preso sul serio”.
Il primo ad aderire è stato Matteo Vicinanza, 28 anni. E via via, a stretto giro, si sono aggregati tutti gli altri. Massimo Andreotti, 32 anni, Elia Maiolli, 30, e Marco Benati, 30 anni, rodigino doc e super-tifoso spallino.
Domenica mattina, alle 7.30, l’appuntamento per partire. Poco dopo mezzogiorno erano già in terra croata. “L’autostrada era un fiume di auto bardate con la bandiera nazionale, con specchietti e decorazioni a tema sui cofani e sulle fiancate. Un’atmosfera pazzesca: si respirava aria di festa”, svela Giuseppe.
Nonostante il risultato, Zagabria è stata comunque festa. Perché la nazionale croata ha comunque fatto la storia. “Al di là del risultato, l’entusiasmo in piazza era comunque alle stelle, e la festa è andata avanti fino a notte”, racconta ancora Giuseppe. I rodigini, prima delle 21, hanno abbandonato la compagnia e hanno fatto ritorno in Polesine, dove sono arrivati verso l’una.
“E’ stata un’esperienza fantastica - conclude l’organizzatore - un viaggio che andava assolutamente fatto, e una giornata che non dimenticherò mai. Anche i miei compagni di viaggio sono stati davvero entusiasti”. E questo, forse, vale persino di più di una coppa del mondo.
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