VOCE
Politica
21.07.2018 - 17:43
La Primavera del Pd polesano si manifesta nel cuore dell’estate. Non sarà una “primavera araba”, ma le nuove leve dem polesane chiedono alla vecchia guardia di finirla con una gestione del partito chiusa in se stessa, “fatta di giochi di palazzo e scontri fra correnti”. I giovani dem ancora non si sbilanciano su un prossimo congresso, faranno una lista? Proporranno una candidatura? Ma chiedono chiaramente “un ricambio nel partito, a livello di dirigenti e di organizzazione. Serve una segreteria che dialoghi con i circoli e un partito che stia in mezzo alla gente”. Una sorta di Opa lanciata “per non fa sparire il partito”.
I giovani del Pd (iscritti, militanti, amministratori locali) sono stanchi di “vedere denigrato il partito per beghe interne e guerre di correnti che nulla hanno a che fare con la politica”.
Ad auspicare un nuovo corso del Pd sono Enrico Mercadante, 25enne di Badia; Manuel Berengan, 34enne di Badia; Lorenzo Zacconella, 29enne di Canaro; Asia Trambaioli, 20enne di Gaiba; Daniele Barison, 28enne di San Martino di Venezze; Niccolò Maghini, 22enne di Ficarolo; Stefano Dall’Aglio, 23enne di Badia.
“Non siamo pilotati da nessuno - specifica Mercadante, ma vogliamo dire basta a con la gestione di partito come è avvenuto negli ultimi anni. Serve un ricambio della dirigenza, con giovani in grado di portare la propria passione politica”. Asia Trambaioli rincara: “Basta giochi sporchi, è ora di un ricambio radicale, nei gruppi dirigenti e nel metodo di comunicare fra gli stessi e all’esterno”. Lorenzo Zacconella aggiunge che “il partito deve tornare a far politica nei circoli, con una nuova struttura dirigenziale e organizzativa”. Stefano Dall’Aglio sostiene che “Chiediamo un progetto comune, con la segreteria in grado di impostare linee politiche che partano dalle esigenze dei cittadini”. I dem della linea verde si dicono “stanchi di logiche particolari e di corrente. E stanchi di gruppi di persone che si muovono per favorire la propria corrente. Il Pd non deve essere questo”. Ovviamente non fanno nomi, non attaccano questa o quella corrente, ma dicono no “al sistema che ha retto il Pd polesano negli ultimi anni, ma che ha fruttato solo sconfitte, discredito e lontananza dai territori”. E ancora no ad epurazioni, ma nemmeno a calcoli di tessere. E per il congresso? “Per ora non è in cima ai nostri pensieri, ma in caso di congresso vorremo dire la nostra. L’ideale sarebbe una segreteria rinnovata, con gente esperta ma anche tanti volti nuovi”.
Nel momento in cui il Pd polesano appare più lacerato sono i giovani che provano a dare una lezione ai “vecchi”.
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