Il video che ha commosso il sindaco
Economia
22/07/2018 - 17:42
“Niente nomi, per carità, che qui a perdere il posto ci si mette un attimo. Basta guardarsi attorno... E niente allarmismi, perché noi speriamo davvero che qualcuno si compri questa baracca, magari gli americani... E’ per questo che continuano a pagarmi lo stipendio. E’ il mio lavoro non il tuo, per cui...”.
Occhiobello, interno Outlet, in una torrida giornata di saldi. Qui, in tempi normali - e in una struttura normale - sarebbe stata una giornata da assalto all’arma bianca, di quelle da shopping compulsivo.
E invece... Invece si tira a campare, aggrappati al sogno americano. Il personale in primis. I clienti... beh, con quelli è difficile scambiare due parole, visto che in una mezza mattinata ne abbiamo contati 15. Avete letto bene, quindici in tutto. Bambini compresi.
E’ chiaro che la situazione sta arrivando ad un punto di non ritorno. Anzi, il punto di non ritorno l’ha già abbondantemente superato, visto che dall’inaugurazione ad oggi il numero dei negozi invece di crescere è calato. Oggi si contano sulle dita di due mani. E qualcuna resta pure inutilizzata.
Per una struttura nata con l’ambizione di richiamare i cinesi nel Delta del Po; di fare concorrenza ai grandi outlet del nord Italia, di inaugurare una nuova “filosofia dello shopping” è una Caporetto.
Poi c’è quella bandiera americana, a cui i dipendenti (l’amica del “niente nome” in primis) si aggrappano per tenere in vita la loro legittima speranza.
Il reportage completo e il servizio sulla situazione dell'outlet sulla Voce in edicola lunedì 23 luglio.
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