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Ottobre rodigino

Fiera, la grande riforma è soltanto un bluff

L’assessore Paulon difende la sua proposta, ma non convince nessuno: i tempi per cambiare non ci sono più.

E' una Fiera dello scaricabarile

Una scelta obbligata, che il comune deve adottare per rispettare le normative del ministero degli interni e della Regione Veneto. E’ questa in sintesi la giustificazione che l’assessore al commercio e agli eventi Luigi Paulon dà alla proposta di rivoluzionare la disposizione delle bancarelle nella prossima Fiera d’ottobre, che tanto sta facendo discutere in questi giorni.

Ma la sensazione dominante è che alla fine non cambierà nulla: la fiera - al di là dei proclami dell’assessore - resterà così come l’abbiamo conosciuta fin qui.

Ma Paulon non demorde: “Se il ministero degli interni, non solo da ora, emana delle normative, sottoscritte anche dai rappresentanti del commercio, nella quale impone delle regole, a Rovigo le dobbiamo ignorare? - la sua tesi - Se ci sono quasi 300 commercianti e sono cambiate le regole delle misure di sicurezza e non posso e voglio privarli del lavoro cosa devo fare? Troverò altro spazio”. 

Il progetto prevede un’inversione a “U” per le circa 300 bancarelle che compongono il mercato fieristico. Gli stand dunque, dove è possibile, saranno posizionati al centro delle strade, in modo da non oscurare le vetrine dei negozi della città, mentre i visitatori circoleranno lungo due corridoi ai bordi ai lati delle vie.

Un’ipotesi che, oltre a suscitare diversi dubbi sotto l’aspetto della sicurezza, fa storcere il naso anche agli stessi ambulanti. Ed è anche per questo che, alla fine, tutto resterà così com’era fino allo scorso anno: le possibilità che la “rivoluzione” partorita da Paulon veda la luce sono davvero bassissime.

Anche perché, per mettere in atto tutti questi cambiamenti c’è bisogno di tempo, e la scadenza è sempre più vicina. Nelle scorse edizioni gli organizzatori per allestire il tutto ci impiegavano circa tre mesi. Quest’anno, invece, ad un mese e mezzo dal via i lavori devono ancora incominciare. E allora, impossibile pensare a cambiamenti.

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