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San Pietro, l’incubo del branco

Scoperto un vaso di pandora sul centro giovanile della parrocchia. Rivela l’ex sindaco Barbujani: “Alcuni soggetti comandano e incutono terrore agli altri”

San Pietro, l’incubo del branco

Il centro giovanile San Pietro

Rivela l’ex sindaco Barbujani: “Alcuni soggetti comandano e incutono terrore agli altri”

La denuncia lanciata domenica scorsa su queste colonne da un ex animatore del centro giovanile San Pietro è stata, come previsto, la rottura del vaso di Pandora. In tanti e da diverso tempo sapevano della situazione non conforme a un luogo di formazione ed educazione secondo gli insegnamenti del Vangelo, luogo dove i genitori possono essere tranquilli nel lasciare i propri figli, luogo finalizzato a creare gruppi di amici non il branco.

E purtroppo più di qualcuno non è degno di mettere piede al San Pietro distinguendosi per linguaggio e atteggiamenti non opportuni. Si è arrivati al punto che chi abita nelle vicinanze più volte ha chiamato le forze dell’ordine. Tutto questo non vuole sminuire o offuscare il bel lavoro portato avanti da tanti volontari, da giovani animatori che si mettono generosamente al servizio degli altri. Anzi, si vuole valorizzare e proteggere questo impegno perché è superfluo ricordare che basta una mela marcia per rovinare una cesta di mele sane.

Più che di una situazione fuori controllo, si tratta una carenza di controllo. Rileva giustamente Adriano: “Questo succede perché non c’è più la presenza costante di un prete e di persone adulte con carattere; mi viene in mente il povero Nando, purtroppo adesso ci sono sì ragazzi volenterosi ma che combattono contro una situazione più grande di loro”.

E’ preoccupante quanto rivela l’ex sindaco Massimo Barbujani. “Più di qualche volta sono andato al centro giovanile: devo ammettere che nell’ultimo periodo, ho visto assembramenti preoccupanti di giovani. Abbiamo addirittura tolto una fioriera che era collocata davanti alla porta di una casa di un’anziana signora per evitare che questi giovinastri sporcassero e disturbassero i residenti”.

E ancora: “Ho inviato diverse volte la polizia locale e invitato le altre forze dell'ordine a controllare il centro. Ci sono un paio di soggetti che comandano e incutono terrore alle persone che operano all'interno del centro e, contattati, i genitori hanno risposto negando il comportamento dei propri figli”.

Situazione con qualche criticità di vecchia data come conferma anche Elisa: “Sono anni che ci sono reclami: mio figlio era adolescente (oggi, non ancora 24enne, è assessore comunale, ndr) ed avevo segnalato il problema; sono contenta che finalmente si rilevi pubblicamente il problema, spero anche che si cerchi finalmente una soluzione”.

Qualche rarissima parolaccia poteva scappare anche ai tempi in cui il centro era frequentato dai ragazzi che sono oggi genitori, tuttavia c’era la consapevolezza di aver sgarrato, si chiedeva scusa e si abbassava la testa di fronte al richiamo: oggi invece c’è strafottenza e prepotenza, gli adulti sono addirittura intimoriti a richiamare un ragazzino. Ricorda Massimo: “A miei tempi, se bestemmiavo non mi facevano andare in centro giovanile per un mese” oltre a prendere una bella “pettinata” dai genitori.

A questo punto Carlo punta il dito proprio contro i genitori: “Forse un po’ di responsabilità ce l’hanno”.

Osserva amaramente Paola: “La situazione è in mani buone e brave, so anche che cosa succede di sera e queste persone si stanno facendo non in quattro ma in cento per risolvere il caso. Purtroppo ci sono genitori che lasciano figli minorenni fuori fino a tardi e questo è il risultato forse dovremmo richiamare i genitori”. E aggiunge: “Prima di parlare certe persone dovrebbero passare anche solo un giorno per vedere cosa fanno e cosa si sentono rispondere da certi ragazzi”.

Qualcuno arriva a proporre la chiusura del centro per un periodo, ma tale idea è bocciata in maniera unanime: il San Pietro è un bene troppo prezioso per darla vinta a quattro imbecilli. Senza centro giovanile la città perde la propria anima.

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