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PROCESSO

Dirigente comunale assolto dall’accusa di turbativa d’asta

Caduta per Alfonso Cavaliere anche l’accusa di abuso d’ufficio per la gara d’appalto delle piscine comunali di Legnago. L’avvocato Valerio Malaspina: “Doveva finire molto prima con un’archiviazione”

Dirigente comunale assolto dall’accusa di turbativa d’asta

C’era anche l’abuso d’ufficio per la gara d’appalto delle piscine comunali di Legnago L’avvocato Valerio Malaspina: “Doveva finire molto prima con un’archiviazione”

E’ finito con un’assoluzione piena “perché il fatto non sussiste” il processo per turbativa d’asta e per abuso d’ufficio che vedeva tra gli imputati a Verona Alfonso Cavaliere, attuale dirigente del Comune di Rovigo, e nel 2011 dirigente nel Comune di Legnago, e Gianfranco Bardelle, allora presidente della società Padova Nuoto, che aveva ottenuto la gestione delle piscine di Legnago.

Ieri la sentenza del tribunale collegiale, che non lascia margine ai dubbi, mentre il pm aveva chiesto la condanna a un anno ciascuno.

“Una vicenda che si sarebbe dovuta concludere con una richiesta di archiviazione del caso e che solo oggi rende giustizia al mio assistito - ha commentato a caldo l’avvocato Valerio Malaspina del foro di Rovigo - che ha agito in piena onestà e correttezza”.

Stessa assoluzione per Gianfranco Bardelle, assistito dall’avvocato di Padova Alessandro Baldina. Cavaliere alla notizia ha reagito con un gran sospiro di sollievo: “Finalmente si è sentito sollevato profondamente ingiuste - ha sottolineato ancora l’avvocato - E’ stato dimostrato che il comportamento è stato sempre legittimo e giustificato nell’interesse del Comune.

Cavaliere, Bardelle e altre tre persone, erano accusate di aver commesso abusi sulla gara d’appalto per le piscine di Legnago tra il 2010 e il 2011. Cavaliere nello specifico, era accusato di aver alterato lo svolgimento della gara d’appalto per la gestione trentennale delle piscine comunali. Sotto processo oltre a Bardelle, anche Roberto Schiavo, presidente di Legnagonuoto.

L’appalto per la gestione delle piscine, del novembre 2010, se lo aggiudicò Padovanuoto in Ati con Squaranto Costruzioni, che lasciò dopo l’assegnazione, nel febbraio 2011.

A Cavaliere e Bardelle era contestato anche l’abuso d’ufficio per l’aggiudicazione della gara all’associazione delle due società. Per l’accusa però quando la Squaranto costruzioni comunicò a Padova Nuoto e al Comune di non poter far parte dell’Ati, Cavaliere non dichiarò decaduto il raggruppamento dell’aggiudicazione ma definì l’aggiudicazione a Padova Nuoto. In questo modo, secondo il pm si determinò un ingiusto vantaggio a Bardelle, cioè il mantenimento della gestione trentennale senza il versamento al Comune di alcun canone.

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