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Polo natatorio

Veneto Nuoto, chiesto il fallimento

Nei prossimi giorni la decisione in tribunale. Il Comune è anche alle prese col ricorso per il Maddalena

Veneto Nuoto, chiesto il fallimento

Unipol ha chiesto il fallimento di Veneto Nuoto, titolare del project financing per la realizzazione del complesso delle piscine di Rovigo. La trattativa per il lodo Baldetti, che secondo alcuni è quasi irrecuperabile, si complica di un altro elemento. Che dovrebbe trovare spunti di chiarezza nei prossimi giorni.

Una settimana cruciale, quindi, per il comune di Rovigo, dato che in questi giorni deve capire come si risolverà la grana del lodo Baldetti e cosa fare per recuperare il finanziamento governativo per il recupero di Commenda ed ex Maddalena. Tra oggi e domani, infatti, il Comune deve decidere se unirsi alle altre amministrazioni comunali italiane intenzionate a fare ricorso contro lo stop al bando periferie deciso dal governo.

Nel giro di qualche giorno ci dovrebbe essere qualche chiarezza in più anche sul versante polo natatorio e lodo Baldetti dopo il no di Unipol all’accordo a tre con Comune e Veneto Nuoto. E proprio Veneto Nuoto ora deve fronteggiare l’istanza di fallimento depositata in tribunale da Unipol, l’istituto bancario creditore delle rate non pagate del project financing per la realizzazione del polo natatorio di viale Porta Po. Una richiesta presentata già diversi giorni fa e che potrebbe essere presa, o ripresa, in mano dal giudice già nei prossimi giorni.

Veneto Nuoto, però, non pare intenzionata a rimanere passiva e a guardare. L’altro giorno ha deliberato di presentare richiesta di concordato, una mossa per controbattere la domanda di fallimento. Ma c’è anche dell’altro perché i vertici di veneto Nuoto sono anche pronti a rilanciare con Unipol, a presentare cioè sul piatto della bilancia la proposta di conciliazione con tanto di somma economica disponibile e pronto uso.

Oltre 4,3 milioni che potrebbero rappresentare un incentivo più che valido per far cambiare idea a Unipol. Secondo questa linea, infatti, l’istanza di fallimento potrebbe essere stata una scelta tattica per dimostrare che il tempo sta scadendo, anzi che è già scaduto, un modo per accelerare i tempi e dire: “accordo ora o mai più”. sempre ammesso che sia questo il fine perseguito da Unipol. Perché il rifiuto dell’accordo, qualche giorno fa, ha spiazzato tutti, compreso il Comune di Rovigo con il sindaco Bergamin che si è mosso in prima persona per chiedere un incontro chiarificatore con i dirigenti della banca. In ballo ci sono fior di milioni di euro ed è difficile pensare che Unipol possa dire no a 4,3 milioni pronti subito per andare ad invischiarsi in un fallimento dagli esiti incerti, Veneto Nuoto infatti non ha grandi risorse patrimoniali, praticamente nessuna, e Unipol dovrebbe accontentarsi di far fallire la società e di puntare a recuperare risorse in tot anni di tempo e chissà con quali strade. La vicenda è quindi ingarbugliata.

Intanto c’è anche il caso Maddalena ad occupare l’agenda di sindaco e giunta. Tra oggi e domani dovrebbe essere presa la decisione su un possibile ricorso per non perdere il finanziamento al progetto di recupero dell’ex Maddalena. Sul caso, inoltre la polemica politica no si è spenta. Il presidente del consiglio comunale Paolo Avezzù, fa sapere che la mozione sul Maddalena presentata in consiglio, e che ha visto la maggioranza andare in minoranza, avrebbe avuto anche il sostegno di Forza Italia. In particolare di Vani Patrese capogruppo in consiglio. “A nome del consigliere Vani Patrese - ha detto Avezzù - comunico che la mozione bando periferie era stata sottoscritta anche da lui, non a titolo personale, ma a nome di Forza Italia e che se fosse rimasto in aula (per motivi di salute si è allontanato, anche se adesso sta molto bene) l’avrebbe votata”.

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