VOCE
Prostituzione
16.10.2018 - 17:28
“La proposta di legge sulla riapertura delle case chiuse la Lega l’ha già fatta. Ed è stata presentata in parlamento lo scorso aprile”. Con queste parole Michele Aretusini, consigliere comunale e provinciale della Lega risponde ad Antonio Rossini, di Fare, che aveva chiesto un impegno del sindaco e della giunta per sollecitare una legge per riaprire le case di tolleranza e legalizzare la prostituzione. Proposta di legge che è stata depositata lo scorso aprile, e che attende di essere discussa dal Parlamento.
E fra i firmatari di quella proposta ci sono moltissimi parlamentari della Lega, dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Giorgetti a Massimo Bitonci. E non manca la firma di Antonietta Giacometti, l’unica onorevole polesana di questa legislatura. La deputata di Badia Polesine è quindi sulla stessa lunghezza d’onda del partito, e favorevole a far uscire i bordelli da una clandestinità che li fa finire nella gestione diretta della criminalità. Favorevole, dunque a legalizzare la prostituzione, prevedendo regole, paletti, tutele e discipline. “In tutto il mondo civilizzato - spiega la Giacometti - è lo Stato e non la criminalità a gestire la prostituzione. L’Italia dovrebbe allinearsi al resto dell’Europa anche perché così arriverebbero tasse da lavoro legale. certo servirebbero anche controlli medico sanitari, ma prostituirsi è una scelta e le donne devono poter decidere cosa fare. Detto questo la riapertura delle case chiuse non è nel contratto di governo e la si potrà realizzare non subito ma in un secondo momento”.
La chiarezza del tema della proposta di legge del Carroccio è dimostrata già al secondo comma dell’articolo uno che recita: “L’esercizio della prostituzione è consentito nelle abitazioni private, previa comunicazione al questore competente per territorio”. Pochi dubbi che si tratti di case di tolleranza, i vecchi bordelli per capirsi. Il dibattito sulla riapertura delle case chiuse tiene banco da giorni ed anche i cittadini di Rovigo si stanno esprimendo in un sondaggio lanciato dalla Voce di Rovigo, che vede i favorevoli alla legalizzazione della prostituzione in netto vantaggio rispetto ai contrari.
La proposta prevede anche determinati vincol all’esercizio della prostituzione, che dovrà avvenire “in edifici ove non sono presenti abitazioni con destinazione d’uso diversa” E poi ammessa solo “in comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti”. E ancora “presentazione, da parte della persona richiedente, di un certificato attestante l’assenza di malattie sessualmente trasmissibili” e via di questo passo con norme relative all’aspetto sanitario, a quello sociale a quello fiscale, visto che in questo caso le prostitute dovrebbero pagare tasse sui loro redditi.
Insomma la legalizzazione, fredda, ragionieristica, amorale e fiscale del mestiere più vecchio del mondo.
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