VOCE
In piazza Merlin
20.10.2018 - 18:09
Dalle polemiche, ai veleni e alle querele. Rischia di diventare una telenovela senza fine la situazione del chiosco di piazza Merlin. L’ex bar gelateria è giunto al giorno 125 da abusivo e il conteggio dell’incapacità dell’amministrazione a trovare una soluzione ora potrebbe trascendere in liti e cose da tribunale.
La disperazione dell’ormai ex titolare di quello che fino a sette mesi fa era un bar potrebbe infatti far arrivare il tutto in una causa. E’ lo stesso Daniele Zago a lamentare che “mi hanno lasciato senza più nulla. Non posso nemmeno accedere alle cure mediche, non ho soldi né casa, per non dormire chissà dove cerco di passare le notti con qualche lavoro. Non ho più una casa, non posso godere di quei diritti che sono tutelati dalla Costituzione”. E ancora: “Vorrei tanto querelare chi ha causato questa situazione. Ma non ho le risorse per farlo”, e arriva al paradosso di dire “vorrei che mi querelassero loro, così mi verrebbe assegnato un avvocato d’ufficio e potrei spiegare ad un giudice la mia situazione e il percorso che mi ha fatto finire in questo stato”.
Propositi che sono stati scritti anche su una serie di cartelloni appesi sulle vetrate del chiosco. Cartelloni che tutti, in questi giorni di fiera, possono leggere. Ed anche ieri molti rodigini, passeggiando tra le bancarelle dell’Ottobre rodigino, si sono soffermati a leggere. Un cartellone è addirittura scritto in dialetto cavarzerano. In questi manifesti è tracciata per sommi capi la situazione di chi ha gestito il chiosco per quasi 20 anni. E poi nuove accuse a chi, a suo dire, l’ha fatto precipitare in questa condizione. Una critica all’amministrazione comunale, per non aver trovato una soluzione, e soprattutto all’assessore Luigi Paulon e al presidente del consiglio comunale Paolo Avezzù, da sempre indicati come i principali fautori dello smantellamento del chiosco da piazza Merlin.
“Che ci provino a querelarmi - sostiene Zago - non vedo l’ora, così al processo potrò sostenere le mie ragioni”. E’ probabile, quindi, che nei prossimi giorni la vicenda possa ulteriormente trascendere in insulti, veleni e accuse. E intanto i giorni passano, l’amministrazione comunale non decide e e la crisi del chiosco si incancrenisce.
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