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PIAZZA MERLIN

La vittoria del tazebao sul degrado

Molti gli avventori della Fiera che si fermano a leggere i manifesti che spuntano dalle vetrate. Intanto a 127 giorni dalla chiusura, la struttura è abbandonata e senza un futuro.

La vittoria del tazebao sul degrado

Intanto a 127 giorni dalla chiusura, la struttura è abbandonata e senza un futuro

“Leggi, leggi. C’è tutta la storia”. Non c’è rodigino (e non) che durante i giorni della Fiera non si sia fermato a leggere e commentare i manifesti affissi nel chiosco di piazza Merlin.

Se dapprima il proprietario della struttura Daniele Zago ha utilizzato solo alcune vetrate per pubblicare la sua denuncia contro alcuni amministratori del Comune, man mano si è allargato all’intero perimetro del chiosco che da 127 giorni a questa parte è il pugno nell’occhio di piazza Merlin, simbolo dell’inefficacia e dell’inutilità di certe scelte. Che se non ben studiate diventano deleterie per la città e anche per i privati.

Le parole di Zago non sono sembre immediatamente comprensibili, ma sono sicuramente la rivincita dei tazebao sul sopruso che i proprietari sostengono a più voci di aver subito. Visto che dal giugno scorso non c’è soluzione alla chiusura del chiosco in centro.

Così più di un post, di un sms, di un articolo di giornale, di una protesta sotto Palazzo Nodari, può il manifesto scritto a mano, che tutti anche in questi giorni di Ottobre rodigino, in cui le bancarelle sono protagoniste, si fermano a leggere per trarre conclusioni.

Il proprietario è stato anche invitato a togliere i lenzuoli di carta che scendono piccosi e pieni di accuse dalle pareti della struttura. Ma Zago non ha nulla da perdere. E lo fa capire anche con la sua testardaggine.

E’ lo stesso Daniele Zago a lamentare che “mi hanno lasciato senza più nulla. Non posso nemmeno accedere alle cure mediche, non ho soldi né casa, per non dormire chissà dove cerco di passare le notti con qualche lavoro. Non ho più una casa, non posso godere di quei diritti che sono tutelati dalla Costituzione”. E ancora: “Vorrei tanto querelare chi ha causato questa situazione. Ma non ho le risorse per farlo”, e arriva al paradosso di dire “vorrei che mi querelassero loro, così mi verrebbe assegnato un avvocato d’ufficio e potrei spiegare ad un giudice la mia situazione e il percorso che mi ha fatto finire in questo stato”.

Ma finora solo silenzio. Gli amministratori che Zago ritiene responsabili del suo default e di quello della piazza intera incassano. Sperando forse che il can can sul chiosco passi con il tempo. 

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Commenti all'articolo

  • Vittorio

    23 Ottobre 2018 - 08:06

    Si sapeva e i proprietari sapevano che la convenzione ventennale era NON RINNOVABILE. Il chiosco è abusivo. È un fabbricato privato in area di proprietà comunale, le procedure di abbattimento sono chiare. Le proteste disperate della proprietà sono umanamente comprensibili ma fatte fuori tempo massimo. Perché ha acettato 20 anni fa la situazione? Chi ha firmato la convenzione? Chi ha intascato i guadagni in questi 20 anni? Per quanto riguarda il comune, la spesa data per la demolizione è assurda! La zona non è degradata per nulla e comunque il degrado non dipende certamente dalla chiusura di un bar.

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    • Vittorio

      23 Ottobre 2018 - 20:06

      accettato

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      • LUIGIA

        06 Novembre 2018 - 16:06

        Ma è proprio necessario abbatterlo? .Che vengano sistemate le guglie e che riapra magari per altri 10 anni...

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