VOCE
Tribunale
23.10.2018 - 21:26
Gianni Magnan
Il noto politico polesano Gianni Magnan a processo per riciclaggio, falsità materiale, ricettazione e truffa in concorso con Massimiliano Chinaglia. I due, secondo il capo d’imputazione, operavano in una srl di Bologna che si occupava di vendere beni di lusso: Massimiliano Chinaglia nella qualità di amministratore unico, Gianni Magnan come impiegato. Per l’accusa, avrebbero trasferito la vettura Bmw X6 X drive, proveniente dal delitto di appropriazione indebita, ai danni di una spa, nonchè avrebbero compiuto, in relazione a quel veicolo, altre operazioni, in modo da ostacolarne l’identificazione della provenienza delittuosa.
In particolare, sempre per l’accusa, avrebbero formato un falso certificato di proprietà, utilizzando un modulo in bianco oggetto di furto ad una srl di Foggia. Inoltre, avrebbero contraffatto o alterato la carta di circolazione dell’auto, per quanto riguardava l’intestazione, apponendovi anche un’etichetta di annotata cessazione delle circolazione per esportazione nell’Ue, anch’essa contraffatta. Infine, vendevano l’auto al prezzo di 40mila euro a chi la esportava in Germania per la vendita.
Per quanto riguarda la ricettazione, i due in concorso, per commettere il reato di cui si è appena detto, per procurare a sè o ad altri un profitto, per l’accusa, acquistavano o ricevevano un certificato di proprietà del pubblico registro automobilistico, proveniente da un furto, e lo utilizzavano per la formazione del falso certificato di proprietà.
Infine, Gianni Magnan e Massimiliano Chinaglia sono accusati anche di truffa. In concorso, con gli artifizi e i raggiri di cui si è detto in precedenza, inducendo in errore un terzo, si procuravano un ingiusto profitto, con altrui danno di rilevante gravità, poichè l’acquirente, convinto della provenienza lecita del veicolo, lo acquistava pagando il prezzo di 40mila euro per rivenderlo in Germania, dove invece scopriva che l’auto era di provenienza delittuosa. I fatti si sarebbero svolti a Bologna nel dicembre del 2013.
Ieri, l’udienza filtro, in tribunale a Bologna: Gianni Magnan era assistito dall’avvocato Federico Bardelle del foro di Rovigo, Massimiliano Chinaglia era difeso dall’avvocato Pierluigi Salvatore di Verona. Le difese hanno sollevato l’eccezione del vizio di incompetenza per territorio. Il collegio ha accolto e individuato competente Rovigo. I difensori esprimono “soddisfazione per il risultato conseguito, anche se confidano che, all’esito del peregrinare del fascicolo, si possa giungere ad una piena assoluzione nel merito vista la totale estraneità ai fatti degli imputati, prescrizione permettendo”.
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