VOCE
Il caso
07.11.2018 - 14:45
Allarme per cigni, anatre e oche del Canalbianco: da alcuni giorni è stato sospeso il servizio di assistenza alimentare. Infatti dall’1 novembre Mario Passadore, il volontario incaricato di prestare servizio agli animali, ha interrotto la propria attività che ogni giorno lo impegnava a portare il cibo a tanto cari acquatici, oltre a prestare qualche cura, come la pulizia del ripostiglio.
L’interruzione del servizio è stata causata da controversie, ancora non ben chiare, con il residente nell’area golenale di riviera Cengiaretto. Rapporti sempre difficili, a volte tesi che hanno spinto Passadore a desistere essendo stanco di essere inveito tutte le volte che portava da mangiare agli animali.
Ma prima di gettare la spugna ha coinvolto l’assessore agli animali Marco Tosatto affinché si facesse mediatore con l’interessato. La situazione non è stata sanata, così a malincuore il volontariato ha rinunciato a portare il cibo agli animali che adesso sono a grave rischio di sopravvivenza.
Nel comunicare la propria decisione, Passadore ha anche informato l’amministrazione comunale che sono esaurite le scorte di granaglie per l’alimentazione degli animali. Infatti l’amministrazione Bobo aveva deliberato nel febbraio 2012 un impegno di spesa di 300 euro annui per l’acquisto delle granaglie e altri alimenti necessari per cigni, oche e anatre del Canalbianco.
Nonostante le ripetute sollecitazioni alla nuova amministrazione da parte degli Amici dei cigni, ancora non è arrivata una risposta da Palazzo Tassoni, quindi resta l’incertezza più totale. “E’ veramente triste questo disinteresse da parte dell’attuale amministrazione – constata amaramente Luciano Garbin, uno dei più attivi nel tenere sotto osservazione la situazione degli animali - eppure gli acquatici del Canalbianco non sono nostri, sono un patrimonio dell’intera comunità. Mi auguro che il sindaco sia sensibile nei confronti questi animali”.
Poi aggiunge: “E’ un disinteresse che lascia senza parole: qualche settimana fa è stato trovato morto un cigno, dopo alcuni giorni ho chiesto al sindaco che aveva notizie sulle cause della morte e mi sono sentito rispondere che il cigno morto era sparito. Posso dire che uno schiaffo mi sarebbe stato meno doloroso”.
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