VOCE
Porto Viro
20.11.2018 - 20:42
Il Tribunale amministrativo del Veneto si è riservato, ieri, di decidere in merito alla sospensione in via cautelare dell’ordinanza con cui il 28 giugno scorso il Comune di Porto Viro ha deciso la chiusura dell’incrocio a raso sulla Romea, all’altezza del chilometro 68 + 500. Incrocio teatro di vari incidenti, anche mortali, come quello in cui morirono carbonizzati Daniele Finotti, 59 anni, di Taglio di Po, titolare della “Special vetro”, e il dipendente Giancarlo Fusetti, 45 anni, di Ariano Polesine.
Ieri l’avvocato Luigi Migliorini per il comune di Porto Viro e l’avvocato Mariagrazia Romeo di Venezia per 19 imprenditori, hanno partecipato all’udienza che si è tenuta a Venezia. Già oggi o domani è atteso il pronunciamento del Tar, che dovrà decidere sulla legittimità dell’ordinanza firmata dal sindaco Maura Veronese.
Ordinanza che - secondo i ricorrenti - è da annullare perché “in difetto di presupposto, in violazione del principio del giusto procedimento, in difetto di istruttoria, censurabile per eccesso di potere e con motivazione inconferente e arbitraria”.
La chiusura di quell’intersezione è arrivata dopo 12 anni da quando l’Anas, che gestisce la strada statale Romea, l’aveva intimato per la prima volta al comune di Porto Viro. “Tutto deriva dall’accordo di programma che venne sottoscritto nel 1999 per la realizzazione del sottopasso - ricorda il sindaco Maura Veronese - Porto Viro avrebbe dovuto realizzare l’accesso alternativo e provvisorio che sarebbe stato chiuso non appena fossero finiti i lavori del sottopasso. Nel 2006 venne ultimata l’opera da Anas e, da quell’anno, ha iniziato a scrivere al comune affinché chiudesse l’intersezione, peraltro vicina all’incrocio. E dopo che successe il terribile incidente del gennaio 2017, Anas intensificò le lettere affinché il comune di Porto Viro ottemperasse al suo impegno”.
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