VOCE
Il caso
04.12.2018 - 21:06
Il vescovo di Chioggia, Adriano Tessarollo
Quando parla non passa inosservato. Il vescovo di Chioggia e del Delta, monsignor Adriano Tessarollo, è abituato a dire quello che pensa, e ad argomentarlo. Come quando parla di presepe e legittima difesa, due degli argomenti caldi di questi giorni. Poi, parlando, si scopre qualcosa che è clamoroso.
Nei giorni scorsi, durante la sua visita pastorale a Porto Tolle, il dirigente scolastico ha fatto sapere che essendo la scuola laica, la visita del vescovo non era gradita. Ha incontrato politici e pescatori, mondo economico e sociale. Ma la porta della scuola per lui è rimasta chiusa. “Ho fatto - racconta monsignor Tessarollo - una lunga visita pastorale a Porto Tolle. Ho incontrato e dialogato con tutti. Solo dall’istituto comprensivo sono stato lasciato fuori. Il dirigente scolastico ha detto, a quanto ne so, che essendo la scuola laica la visita del vescovo non era opportuna. Ma io volevo semplicemente parlare con i docenti, incontrare i ragazzi...”.
“Non mi era mai successo. Io non faccio polemiche, ma la scelta del dirigente scolastico non è comprensibile e ha lasciato senza parole istituzioni e genitori. Io non voglio fare polemica, ma... peccato: era comunque un’occasione di dialogo e condivisione”.
Un episodio che fa il paio con il divieto in alcune scuole del Veneto di fare il presepe per non urtare la sensibilità degli islamici. “Il presepe a scuola è sacrosanto, anche perché è un fattore storico, culturale e se vogliamo di inclusione perché aiuta a capire e conoscere. Vogliamo forse cancellare la nostra storia dell’arte per il timore di toccare la sensibilità di altri? L’inclusione è anche questo, e non capisco quei dirigenti scolastici microcefali che fanno questo tipo di ragionamento”.
Il vescovo ha poi definito microcefali i dirigenti scolastici che vietano la realizzazione del presepe a scuola. Ed ha anche ricordato di quella volta "che stesi con un destro un bandito entrato in canonica quando ero parroco a Vicenza". Un episodio raccontato per spiegare che quando si parla di legittima difesa bisognerebbe pensare anche alle vittime di aggressioni e rapine e non solo a chi non ci pensa due volte a commettere un reato.
L'intervista integrale a monsignor Tessarollo sulla Voce dei mercoledì 5 dicembre.
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