VOCE
Adria
13.12.2018 - 19:23
“Ogni pazienza ha il suo limite” sosteneva il saggio Totò. Così pure la generosità degli alpini ha un limite. Ma l’amministrazione civica guidata dal sindaco Omar Barbierato è arrivata a mettere a dura prova questa generosità.
Al punto che il capogruppo delle penne nere adriesi, Matteo Sacchetto, sbotta: “Ci sentiamo presi in giro”. Questo perché dal 23 luglio gli alpini aspettano una risposta concreta sul progetto di riqualificazione del parco Grandi, dove si trovano sede e monumento. Il progetto consegnato a palazzo Tassoni è dettagliato con tutti gli interventi necessari, i nuovi giochi a norma, il servizio di sorveglianza e videosorveglianza, oltre alla manutenzione. Il tutto senza un euro a carico delle casse comunali: il comune deve solo preparare la convenzione per dare in gestione l’area verde. Ci sono stati alcuni incontri con esponenti della giunta, ma si è un po’ divagato.
Gli amministratori civici hanno ricordato agli alpini che devono regolarizzazione la loro posizione sulla baita, prima di procedere con altri impegni. Detta così, è una legnata sui denti che le penne nere non meritavano. La questione della sede risale al 2003, quando l’allora sindaco Spinello diede il via libera agli alpini a riordinare e sistemare quella che era una topaia. Più avanti si sarebbe provveduto a regolarizzare la situazione. Le penne nere si sono tirate su le maniche e hanno trasformato il rudere nella loro piccola ed elegante sede, per tutti la “Baita degli alpini”.
Senza dimenticare che negli anni, fino a pochi mesi fa, gli stessi alpini hanno provveduto a tenere in ordine il parco, punto di ritrovo per bambini, genitori, nonni e giovani, soprattutto nel periodo estivo. Senza dimenticare tutte le volte che hanno provveduto a rimediare a qualche atto di vandalismo.
Sulla "Voce" di venerdì 14 dicembre l'articolo completo.
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