VOCE
Il caso
21.12.2018 - 20:17
Senza presepio e Gesù bambino, un Natale in tono minore alla scuola primaria di via Vittorio Veneto.
Le insegnanti negano l’utilizzo dei simboli natalizi, scatenando l’ira e la rabbia di molte persone. Una scelta dettata dall’esigenza di non urtare gli alunni islamici che frequentano il plesso del quartiere Tassina.
Tra chi si oppone nella maniera più assoluta a questa decisione, è l’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan che non risparmia critiche pesanti al dirigente.
Durissima la reazione dell’assessore, alla notizia della decisione del dirigente scolastico polesano di bandire i tradizionali simboli del Natale nella sua scuola, per non turbare i bambini e le famiglie di altre religioni. Ma ancora più dura è diventata quando ha saputo che la decisione era stata presa dallo stesso dirigente al quale un paio di settimane fa, aveva promesso una ispezione dopo il suo rifiuto a fare entrare il vescovo, nella scuola di Porto Tolle.
A prendere la decisione di escludere dai festeggiamenti, tutti i simboli che tradizionalmente ricordano il Natale, è stato proprio Fabio Cusin. “Questo signore (il dirigente scolastico Fabio Cusin, ndr) non supererebbe l’esame di italianità, nemmeno se a presiedere la commissione fosse un grande filosofo laico, come Benedetto Croce - afferma l’assessore Donazzan - impedire l’utilizzo di simboli del Natale in una scuola, significa negare le basi delle nostre tradizioni già ai bambini che si stanno formando scolasticamente e culturalmente. Il dirigente sta facendo dei danni immensi - continua Donazzan – in questo modo sta privando dei bambini, il diritto di poter vivere serenamente la cultura e le tradizioni italiane che, come diceva proprio Benedetto Croce, sono anche cristiane”.
“Mi dispiace profondamente che questi bambini abbiano dovuto festeggiare senza nessun riferimento al Natale. Così non va proprio bene”, le parole del sindaco Massimo Bergamin. “Io credo - aggiunge - che nel rispetto di tutti, anche dei cittadini di altri paesi che hanno scelto di vivere da noi, ci siano punti fermi da cui non si può transigere: qui siamo in Italia, e il presepio si deve fare. Anche a scuola”.
Il vicesindaco Andrea Bimbatti attacca: “Una decisione sgradevole e poco educativa, avanti di questo passo diventiamo razzisti al contrario. Stiamo mettendo in discussione le nostre tradizioni, i valori, la cultura e le radici. Educare significa far accettare agli altri i nostri valori, non possiamo cambiare la nostra cultura per non disturbare gli altri”.
Commenti all'articolo
Max61
22 Dicembre 2018 - 08:38
Se il Direttore scolastico non ha messo i simboli cristiani a scuola per il Natale per non urtare la sensibilità dei musulmani, consiglio di togliere anche le bandiere , italiana, europea e soprattutto della regione veneta, per non offendere la sensibilità dei figli di genitori stranieri e quelli non veneti………
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