VOCE
Intervista all'onorevole di Fi
04.01.2019 - 20:12
Il debutto a Roma in primavera, dopo una lunga militanza e ruoli di prestigio a livello regionale; un incarico “rognoso” come commissario di Forza Italia in Polesine, dove gli azzurri sono storicamente divisi per bande; una storia personale di destra, come la definisce lui stesso, ma una spiccata capacità di mediazione.
Oggi Piergiorgio Cortelazzo è senza dubbio in una posizione politica privilegiata per raccontare cosa stia succedendo a Roma e, a caduta, in Veneto e in Polesine.
Onorevole, vogliamo partire da questo reddito di cittadinanza che tanto fa discutere e che ogni giorno che passa sembra sempre più - scusi il termine - un gran ... casino?
“Facciamo una premessa, altrimenti non si capisce bene di cosa si stia parlando. Ciascuno ha chiaro davanti agli occhi che in Italia ci sono nuclei famigliari che vivono in una situazione di disagio; persone che non hanno i soldi per arrivare alla fine del mese. Questo è un dato di fatto; una foto della realtà. Di fronte a questa evidenza è utile che uno Stato, unitamente alle autonomie locali, al mondo associativo e a quello economico si ponga il tema di come intervenire. Ma ci fermiamo qui...”.
Sarebbe a dire? Intervenire come?
“L’unico modo che c’è per aiutare chi è in difficoltà è offrirgli un lavoro. Non ne esistono altri. E soprattutto non lo si fa con la bacchetta magica o, peggio ancora, pensando di aiutare gli amici e gli amici degli amici. Non esiste, lo ripeto, alcuna bacchetta magica. Sento spesso l’equazione: per un lavoratore che va in pensione ne verrà assunto un altro. Ma questo automatismo non esiste in alcun sistema economico; e chi lo dice non sa proprio niente del mondo del lavoro...”.
Però, volendo, la pubblica amministrazione potrebbe farlo...
“Anche qui si corre il rischio di commettere un errore. La pubblica amministrazione non può essere considerata a compartimenti stagni; va analizzata nella sua complessità. Non sarà un ragionamento popolare, ma bisogna rendersi conto che all’interno della pubblica amministrazione si sono create sacche di inutilizzo del personale; che il pubblico, per i più svariati motivi e per le modificazione della realtà intercorse con il tempo, in alcuni settori è sovradimensionato. Allora, prima di assumere usiamo l’intelligenza di riqualificare e riutilizzare chi è già stato assunto. E’ così fuori luogo pensarlo?”.
E i nuovi posti di lavoro?
“Per creare nuovi posti di lavoro c’è solo una strada: dare certezze e agevolare il mondo delle imprese. Bisogna dare agevolazioni a chi assume. E non solo a chi assume giovani. Penso anche agli over 50 che si trovano in una condizione se possibile ancora più difficile. I soldi che ci sono andrebbero utilizzati tutti per diminuire, oltre alla pressione fiscale, anche il costo dei dipendenti. Questa è l’unica strada praticabile”.
Siamo di nuovo al punto di partenza: e il reddito di cittadinanza?
“Sembra quasi una favola. Ogni giorno che passa ne scopriamo una nuova: 5 anni di residenza, poi 10, poi le tre proposte irrinunciabili, il lavoro nei comuni... A proposito: parlano di 9 ore a settimana di lavoro nei comuni. Nove ore? Ma scherziamo? Vallo a dire all’autotrasportatore che tutte le mattine si alza alle 4 per andare a lavorare che con 9 ore a settimana uno incassa quasi 800 euro al mese... Nove ore sono meno di 2 ore al giorno! Senza contare chi ne potrebbe approfittare, il lavoro nero. No, non ci siamo proprio. Non è neppure chiaro chi ne potrebbe beneficiare di questi fantomatico reddito di cittadinanza. Sono tutte manfrine, e ogni giorno che passa ne inventano una nuova... Una cosa però la voglio dire, in primo luogo agli amici della Lega: attenti a illudere le persone che vivono in uno stato di reale difficoltà, perché poi quando a queste persone non riusciranno a risolvergli il loro problema, che è vero e reale, potrebbe succedere di tutto”.
Reddito a parte, c’è un’intera finanziaria che è stata approvata. Come la giudica?
“Una cosa che mi ha colpito molto, e non lo dico perché sto parlando con un giornale, è la porcata (sì, ho detto proprio porcata) sui fondi per l’editoria. A me resta una domanda: visto che i fondi non sono stati aboliti, ma semplicemente non verranno distribuiti ai giornali, a chi li vogliono dare? E’ una domanda... Il problema erano quei tre giornali nazionali che danno fastidio al governo? A parte che non capisco il fastidio e non mi piace neppure l’idea, se proprio volete fate una norma ad hoc... Ma per colpire loro si mette in mezzo tutto un settore? Signori, l’informazione non è un benefit; non sta in piedi mettere tutto sulla logica del mercato. E lo dico io, non loro che si stanno muovendo proprio contro le logiche del libero mercato e dell’economia... Altrimenti, con questa logica, anche la sanità dovrebbe stare sul mercato...”.
Pare di capire che la manovra di Bilancio non le piaccia proprio...
“Qualcosa di buono in mille e passa provvedimenti c’è senza dubbio. Ma quello che manca è un disegno per il futuro. Hanno semplicemente posticipato tutte le decisioni al prossimo anno senza considerare che le ricadute ci saranno da subito: ognuno, e in particolare gli imprenditori, fa i conti con quello che la legge prevede per quest’anno ma anche per gli anni a venire, non con le promesse. Perché quelle invece abbondano”.
Una qualche promessa che secondo lei non verrà mantenuta?
“I fondi per le periferie. Hanno semplicemente spostato in avanti le lancette su un impegno che lo Stato si era già assunto con i Comuni. Intanto i soldi te li hanno tolti. Poi vedremo... Ma come si fa a programmare così? E gli aumenti di tasse al terzo settore e al volontariato? Hanno promesso che li toglieranno perché è stato un errore. Intanto ci sono le tasse, poi si vedrà... Senza contare che se è stato un errore ci sarà anche qualcuno che ha sbagliato, o no? Ma è tutto così... Posso aggiungere una cosa più in generale?”
Certo.
“Tutto questo accanimento contro chi ha un briciolo di reddito è incomprensibile, mi sembra di essere tornati all’epoca di Stalin... Il blocco dell’indicizzazione delle pensioni sopra i 1500 euro è vergognoso”.
Il discorso a questo punto si fa politico, non crede?
“Certo. Io l’ho sempre detto: sono di destra. E ho sempre creduto in una differenza fondamentale fra destra e sinistra: la sinistra è quella che per fare stare meglio chi ha poco toglie a chi sta bene. La destra invece ha come obiettivo quello di arricchire chi sta male, senza togliere agli altri. E una differenza fondamentale”.
In questo governo però c’è anche la Lega, che era vostra alleata alle ultime elezioni...
“E che ha eletto molti dei suoi parlamentari anche con i nostri voti, tanto per dire. Il Movimento 5 Stelle non è una sorpresa: sapevamo chi sono e cosa vogliono. La sorpresa vera arriva da chi gli va dietro... E ho detto tutto”.
Già, ma fino a che punto?
“Io credo che uno snodo prioritario sarà il tema dell’autonomia del Veneto e della Lombardia. Al di là delle singole misure, su questo tema non ci possono e non ci potranno essere scorciatoie, rinvii o cedimenti di sorta. Non ci possono essere compromessi al ribasso. Di nessun genere. O il provvedimento sarà rispettoso della volontà popolare che è stata espressa con il referendum, oppure in parlamento ci sarà un clima che neppure immaginano... La Lega si sta rimangiando tante promesse, ma su questo proprio non potrà cedere neppure di un millimetro. A proposito di Lega, voglio andare controcorrente. Ma lo sapete qual è il vero capolavoro politico di Salvini? Avere trasmesso la percezione che è la prima volta che governano... Come se loro non fossero stati in tutti i governi con il centrodestra”.
Questo pone però un grande interrogativo per il futuro del centrodestra, no?
“Io non sono fra quelli che pregano tutti i giorni perché il governo si dissolva. Io spero che questa maggioranza non regga perché in sei mesi di governo ha messo in fila tutta una serie di provvedimenti sbagliati e contrari al programma del centrodestra con cui Salvini si era presentato alle elezioni. Di certo, più dura il governo, più il contratto diventa un’alleanza strutturale. E credo che se dovesse durare ancora, magari fino alla fine della legislatura, il tema andrà posto con chiarezza, con il centrodestra che sarà chiamato a fare appello al proprio popolo. Perché non è che dopo anni di governo con i 5 Stelle si possa poi tornare alle elezioni con la vecchia coalizione dicendo: abbiamo scherzato. Il vero problema è che in sei mesi hanno già fatto molti danni. E ogni mese che si va avanti la situazione si fa più pericolosa. La Finanziaria? E’ solo un passaggio. E non crediate che sia tanto diversa dal passato. Anzi, come nel passato ci sono dentro le ‘mance’ e le ‘mancette’ da assalto alla diligenza... Ci vuole un po’ per vederle, ma ci sono. Altro che cambiamento”.
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