VOCE
ECONOMIA
10.01.2019 - 21:37
Fatturazione elettronica
Per ora in tanti navigano a vista, “si è arrivati tardi”. Ma il vero rischio è l’aumento del “nero”
L’intento è nobile, gli esiti rischiano di rivelarsi nefasti. E la rivoluzione delle fatture elettroniche si sta rivelando “più epocale del passaggio dalla lira all’euro”, spiega Vittorio Ceccato, titolare di un’agenzia immobiliare e presidente di Confesercenti. Con la differenza che “mentre con l’introduzione dell’euro alla fine bastava una calcolatrice per adeguarsi, qui il sistema è molto più complesso”.
Introdotto dal governo per semplificare e far emergere due miliardi all’anno di sommerso, l’obbligo di emettere fatture elettroniche con ogni probabilità finirà per ottenere l’effetto inverso, aumentando i vincoli burocratici e incentivando le aziende a lavorare in nero.
“Il confine diventa molto sottile, perché qualche imprenditore - spiega Ceccato - anziché prendersi la briga di adottare un sistema più complesso con aumento dei costi e del canone del software evita di adeguarsi alla normativa e non emette la fattura”.
L’altra criticità secondo il rappresentante della Confesercenti, che da ottobre con seminari ai propri iscritti introduce il nuovo sistema, è che si è arrivati all’obbligo della fatturazione elettronica tra informazioni incomplete e istruzioni incerte. “Il primo problema è che come sempre arriviamo all’ultimo istante o fuori tempo massimo. Se ne parla i primi di ottobre, per spiegare e ci siamo messi a disposizione dei nostri utenti, ma nel momento dell’attivazione e della messa in opera della fatturazione elettronica si sono verificate falle e intasamenti telematici. In più molti non hanno ancora dimestichezza con i sistemi operativi e si è determinato un caos”.
Ceccato fa un esempio concreto. “Se un lavoratore è fuori a pranzo e vuole la fattura, c’è una procedura da mettere in atto e il ristoratore dovrà farci l’abitudine. Ci sono software di fatturazione che funzionano su tablet. Il cliente ha un qr-code e il software lo dovrebbe leggere. Nel frattempo si aspetta in fila. Bisogna avere pazienza”.
Se il principio è quello sacrosanto di “sburocratizzare”, la direzione è del tutto sbagliata: non è scomparso alcun obbligo fra quelli esistenti e anzi ne viene aggiunto un altro. Il tutto mettendo sullo stesso piano, per l’ennesima volta, le grandi e le piccole imprese, che hanno strutture ed esigenze tra loro completamente diverse.
Non solo. L’obbligo della fatturazione elettronica rischia di rivelarsi un incentivo all’evasione? Ad esempio il tetto dei 65mila euro previsto per il regime dei minimi o forfettario rischia di diventare una sorta di spartiacque, spingendo verso il sommerso quando si raggiunge quel volume di affari.
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