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L’intervento

La nipote di Cibotto: “Estranea al lascito”

Sul caso dei libri al macero parla Anna Maria Battizocco

La nipote di Cibotto: “Estranea al lascito”

La nipote di Toni Cibotto interviene sul caso del suo lascito all’Accademia dei Concordi. E, in sostanza, dice che della donazione di libri all’Accademia lei non era né supervisore, né a conoscenza, in quanto contenuta in un atto a parte rispetto al testamento.

Anna Maria Battizocco scrive infatti che “rilevo con delusione e rammarico il susseguirsi di articoli dove vengono costantemente riportati i nomi di Giannantonio Cibotto ed il mio, al punto di ripetere sovente la frase che qui di seguito menziono: ‘La quota minima del 10% circa da macero era stata decisa dallo stesso Cibotto’ oppure in altri articoli: “… dalla esecutrice testamentaria Anna Maria Battizocco”.

E ancora: “Questa sintesi snatura il senso del mio pensiero e mi scuso se la mia precedente dichiarazione ha indotto a questa interpretazione. È mio intento chiarire che quanto da destinare al macero non fosse una quota prestabilita ma stimata. In questo contesto riporto parte del contenuto della lettera da me indirizzata al presidente dell’Accademia dei Concordi, Giovanni Boniolo, il 26 novembre 2018: ‘Sono sempre stata informata e sono assolutamente d’accordo, in linea con le volontà dello scrittore, che questa parte ritenuta non significativa, e comunque quella doppia, incompleta e in cattive condizioni della sua biblioteca, venisse destinata unicamente al macero e venisse perciò donato alla città di Rovigo esclusivamente un fondo librario di pregevole importanza e di cospicuo valore’. Si evince che quando affermavo di essere ‘… sempre stata informata…’ è riferibile esclusivamente a quanto a mia conoscenza alla data 26 novembre 2018 e non ero stata messa a parte dell’avvenuto invio al macero di quanto considerato residuo. Era negli intenti di Cibotto che il suo lascito fosse riordinato scrupolosamente e quindi privato solo delle parti senza valore, rilevanza letteraria e culturale, importanza nel mercato librario o in cattive condizioni materiali.

La mia collaborazione con l’Accademia dei Concordi è stata improntata essenzialmente nella condivisione degli obiettivi e dei desideri di Cibotto affinché il suo Fondo fosse evocativo della sua brillante personalità. Quando Cibotto ha reso manifesto il suo desiderio di lascito, a mezzo di lettera depositata presso l’Accademia stessa e mai stata in mio possesso, non mi ha destinato un ruolo di supervisione né di eventuale censura, fidandosi totalmente dell’istituzione destinataria della sua biblioteca. Inoltre non mi è stato possibile intervenire direttamente nella scelta dei singoli volumi, in quanto la mia residenza e il mio lavoro a Roma non mi consentivano e non mi consentono alcuna supervisione”.

E infine: “Il sogno e il desiderio di Giannantonio Cibotto non era certo che il suo gesto nobile e di grande generosità, che derivavano dall’immenso amore e dalla struggente malinconia nei confronti della sua Rovigo, della sua terra polesana e del Veneto tutto, si trasformasse in una mortificante diatriba, ma che divenisse fertile cortile di intelletto. Mi auguro che questa situazione trovi una veloce chiarificazione e che da ora in poi si tenga conto, non solo della sua immagine pubblica ed intellettuale, ma anche del grande vuoto e dolore che ha lasciato nel cuore e nella mente di quanti lo hanno amato”.

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