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La storia

Confessioni di un polesano che coltiva droga

Metalmeccanico di 56 anni racconta: “Certo, è sbagliato. Ma non faccio male a nessuno”.

Confessioni di un polesano che coltiva droga

Tre piantine di marijuana in ogni casa? La proposta di legge del M5s per liberalizzare la cannabis apre la strada, anche, alla coltivazione. Ma c’è chi già si diletta nell’attività (illegale) del “giardinaggio”. E i “pollici verdi” abusivi esistono, ovviamente, anche in Polesine.

Difficile stimare la portata del fenomeno. Ma basta scorrere le cronache di questi anni per rendersi conto che i sequestri di piante di marijuana, anche nella nostra provincia, sono frequenti. In mezzo ai campi di granoturco o lungo gli argini dei (tanti) fiumi, nelle valli dello sterminato Delta o negli armadi delle abitazioni, la cannabis viene coltivata anche in Polesine.

Dietro il più rigido anonimato, uno di questi “agricoltori” ha accettato di parlare con noi, e raccontarci come funziona. Si tratta di un polesano, che consuma cannabis da diversi anni e da un po’ di tempo ha deciso produrla “in proprio”. Marco, il nome è ovviamente di fantasia, è un operaio metalmeccanico di 56 anni residente in un paesino del Polesine che coltiva personalmente cannabis, soltanto per utilizzo personale.

“Ho deciso di coltivare solo alcune piante giusto quelle che mi servono per il mio consumo personale - racconta mostrando soddisfatto il suo ‘orticello’ - cerco di dare meno nell’occhio possibile, perché non voglio assolutamente problemi. Ho alcune piante maschio e alcune femmine, così riesco anche ad ottenere i semi per le piante dell’anno successivo”.

E sulla paura di essere “scoperto” dalle forze dell’ordine e sui danni che questa sostanza potrebbe arrecare alla sua salute, Marco sembra avere le idee più che chiare. “Sicuramente non fa bene - ammette - così come non fanno bene le sigarette, non fa bene bere troppo vino o mangiare, appunto, troppo salame. Sono convinto che se uno non esagera, anche la marjiuana non sia diversa. So benissimo che non è legale, ma se me la produco e me la fumo da solo non creo problemi a nessuno. Sono ben altre le cose da pericolose da controllare...”, conclude.

La storia completa sulla Voce in edicola mercoledì 16 gennaio.

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