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La città che cambia

Il centro rischia la desertificazione

L’avvocato Tosini: “Sarebbe la morte del cuore di Rovigo. Occorre opporsi a questa soluzione”

Il centro rischia la desertificazione

Il rischio per il centro storico è quello di una desertificazione. Iniziata anni fa, ma che sembra non invertire la rotta. La proposta di trasferire il palazzo di giustizia dall’attuale via Verdi al Censer potrebbe infatti contribuire ad un impoverimento del centro. Un percorso lento ma che avanza inesorabile da anni. E dove l’unica eccezione sembra proprio essere il trasferimento (fra diversi mesi) a palazzo Angeli della facoltà di giurisprudenza. Ma questa rischia di essere la classica eccezione di una regola scritta anni fa. Dove l’ultimo capitolo potrebbe davvero essere il trasloco del tribunale nell’area fiera di viale Porta Adige. Via dal centro storico, quindi. come già hanno fatto tanti immobili.

L’elenco di uffici o enti che hanno preferito la periferia al centro storico è lungo, come non mancano sedi e istituzioni che hanno dismesso, lasciando nel cuore della città enormi vuoti, mura e pareti senza più contenuto, involucri di cemento ancora in cerca di un un presente. Situazioni che poi ricadono sul resto del centro storico, avviluppandolo in una spirale che si avvita su se stessa. Perché se uffici ed enti se ne vanno, se ne vanno anche clienti e personale addetto. Che, di conseguenza non gravita più sul centro, non mangia, non beve caffè, non compra nelle attività del centro. Molte delle quali sono poi costrette ad alzare bandiera bianca. Un addio tira l’altro, insomma, ed è così che la desertificazione urbana avanza.

Un film visto e rivisto, entrato nel vivo negli ultimi anni. La scuola della Guardia di finanza, ad esempio, quando ha chiuso i battenti ha portato via da Rovigo un piccolo esercito di Fiamme gialle e allievi che avevano nel centro della città il perno del loro vivere quotidiano. E lo stesso dicasi per la caserma Silvestri. Per non parlare della Banca d’Italia. Recentemente si sono spostati ai margini del centro anche la questura di Rovigo, da via Donatoni in viale Tre martiri e il liceo classico Celio, che dopo un paio d’anni di polemiche e mobilitazioni ha traslocato da via Badaloni alla Commenda. Ancora prima si erano spostati i vigili del fuoco, per non dire dei cinema, non ne è rimasto uno in centro.

Preoccupato per un possibile trasferimento è anche l’avvocato Palmiro Franco Tosini: “Sono condivisibili le perplessità del sindaco Bergamin in relazione all’idea di spostare il palazzo di giustizia al Censer. Morirebbe definitivamente il centro storico, della nostra città, già in agonia da anni. Con esso chiuderebbero quei servizi di bar-ristorazione che vivono proprio grazie alla vicinanza al tribunale”. Un futuro fosco perché per Tosini “Rovigo aumenterebbe il triste primato di enormi immobili chiusi come: l’ex casa circondariale, l’ex genio civile, palazzo Angeli, l’ex sede della Banca D’Italia di via Mazzini, la caserma Silvestri, il liceo classico, abbandonati a se stessi. Non solo l’avvocatura rodigina, ma tutti coloro a cui sta a cuore la città capoluogo del Polesine, i pubblici esercenti, i cittadini, dovrebbero dissentire da questa inopportuna soluzione”.

E ancora: “Il problema dell’accorpamento degli uffici e dei servizi giudiziari, mantenendo anche fisicamente distinti la procura dal tribunale, esiste e va risolto, ma non come ipotizzato. Spiace constatare come, né l’organo istituzionale forense, né, a quanto mi è dato sapere, alcuna associazione sindacale forense, abbiano ritenuto di convocare i propri iscritti sull’idea che sta circolando da mesi”.

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