Ora il sindaco snobba gli alleati

C’è ma non si vede. ma non si sa per quanto. Il sindaco di Rovigo è l’unica istituzione rimasta in carica, oltre al presidente del consiglio comunale, dopo l’azzeramento della giunta di giovedì pomeriggio. Ma Massimo Bergamin per ora non fa trapelare le prossime mosse. Che restano insondabili. Ieri doveva incontrarsi con i leader di Fi, Lega e Obiettivo Rovigo per la prima consultazione in vista della ricostituzione (se sarà possibile) dell’esecutivo (per statuto ci sono 15 giorni di tempo). Ma il vertice fissato in Comune alle 9.30 è saltato, il sindaco infatti si è dato malato e non si è presentato in ufficio, rinviando tutto a lunedì prossimo. Una scelta che ha fatto arrabbiare i tre dirigenti di partito che probabilmente hanno preso questa decisione come un tentativo di dimostrare che tempi della crisi intende darli solo in sindaco. A dispetto però dell’azzeramento della giunta, come chiesto dai partiti.

Ma la cacciata degli assessori, che di fatto è stata l’ammissione del suo insuccesso, è stato solo il primo passo delle richieste di Fi e Lega. Al centro dei desiderata consegnati al sindaco nei giorni scorsi, oltre al reset degli assessori, c’era anche un nuovo programma di governo per l’ultimo anno di mandato e la sostituzione dei vertici di alcune società partecipate, come Asm Spa ed Ecoambiente, e l’avvio delle procedure per la ricostituzione del cda dell’Iras. Probabilmente di questo volevano discutere Fausto Dorio (lega), Piergiorgio Cortelazzo (Fi) e Claudio Paron (Obiettivo Rovigo), ma il sindaco ha dato loro buca, probabilmente per prendersi qualche ora di riflessione. Anche per questo ieri ha dichiarato un “molto calcistico” silenzio stampa. Non presentandosi in ufficio, però, a molti ha dato l’impressione che il Comune ora sia una nave alla deriva, senza una rotta oltre che senza un equipaggio a manovrare remi e motori.

Ieri a palazzo Nodari c’era aria di incertezza, nei corridoi pochi consiglieri comunali e qualche ex assessore. Tutti a fare ipotesi e ipotizzare strategie. E intanto scatta il totogiunta. Fra i possibili assessori continuano a girare i nomi di Stefano Raule e Fabio Benetti della Lega, non esclusi i ripescaggi di Susanna Garbo e Gianni Saccardin (ma non ai lavori pubblici) e Andrea Bimbatti. Come new entry possono vantare chances Nello Piscopo (Fi), lo stesso Claudio Paron (Or). Ma la sensazione è che l’iniziativa, per gli assessorati, sia in mano ai partiti.

Ieri nei corridoi di palazzo circolava anche la favola, fantasia, ricostruzione, che a suggerire il reset totale della giunta sia stato Renzo Marangon forse per aiutarlo, forse per complicargli la vita. Ma lui stesso nega questa ricostruzione: “Nessun consiglio, il sindaco ha deciso da solo e comunque credo che avesse già in testa cosa fare il giorno del nostro incontro. Capisco che quando succedono queste cose, per altri versi inedite, si voglia cercare a tutti costi un suggeritore occulto. Ma io non c’entro proprio”.