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Palazzo Nodari

La crisi del Comune allunga il brodo

Il sindaco prova la carta della gestione “ecumenica” e convoca tutti i capigruppo per discutere il bilancio

La crisi del Comune allunga il brodo

Il sindaco prova ad uscire dall’angolo dove lo stanno infilando i partiti lanciando una sorta di gestione “ecumenica” dell’amministrazione. Per giovedì alle 11, infatti, ha convocato una riunione aperta a tutti i capigruppo di palazzo Nodari per raccogliere indicazioni e suggerimenti in vista del bilancio di previsione. Un gestione ecumenica, quindi, aperta a maggioranza e minoranza, e forse un modo per far vedere a qualcuno che ci potrebbe essere una maggioranza alternativa. L’ennesimo capitolo del braccio di ferro con Fi, Obiettivo Rovigo, e Lega.

Azioni, assieme alle consultazioni di ieri, che sembrano un modo per prendere tempo fino alla fine della settimana quando la crisi potrà sbloccarsi. Prima di venerdì infatti non ci sarà alcun incontro con i vertici di Forza Italia e Lega, unica via per ridare stabilità alla sua maggioranza. Consultazioni che sono anche una prova di forza con i segretari politici, per dire “l’agenda la definisco io”. Ieri Forza Italia e Obiettivo Rovigo hanno disertato le consultazioni che aveva annunciato il giorno prima. Insomma sindaco e avversari rimescoleranno la minestra fino a fine settimana, poi si vedrà.

Alle consultazioni ha invece partecipato la Lega, con il capogruppo Nicola Marsilio e il commissario comunale Fabio Benetti. Una partecipazione “di cortesia” perché, dice Benetti: “Ci siamo limitati ad ascoltare, il sindaco per giovedì ha convocato un incontro aperto a tutti i consiglieri per fare una relazione su quanto fatto in questi anni e sui prossimi obiettivi. Si parlerà anche di bilancio. Noi siamo disponibili. Per la giunta ha detto che non è stata una punizione per nessuno, ma che serviva un cambiamento. Forse giovedì farà delle comunicazioni”. La Lega definisce anche “suggerimenti” le vibranti critiche dei giorni scorsi. Un eufemismo che però non sblocca la crisi perché la soluzione potrà arrivare solo dopo un confronto con i big di Lega e Fi.

La prima a salire al colle, pardon a palazzo Nodari, è stata Alba Rosito, in mattinata, per Presenza Cristiana: “Al sindaco - ha spiegato - ho detto che per noi un commissariamento non sarebbe il bene della città. Occorre portare a termine il mandato e le tante iniziative intraprese. L’assessore Saccardin stava svolgendo un prezioso lavoro ai lavori pubblici, che secondo noi non deve andare interrotto”. In pratica Pc sostiene la maggioranza, ma a patto che Saccardin torni in giunta.

Nel pomeriggio Antonio Rossini (Fare) ha spiegato a Bergamin “quelle che secondo me sono le priorità: rilancio del centro storico con maggiore decoro, ed eventi e manifestazioni. E ancora: meno multe in centro, più pattuglie della polizia locale nelle frazioni ed in altri punti strategici della città e una serie di semafori intelligenti. Non abbiamo parlato di maggioranza o giunta comunale”. Poi è stata la volta di Matteo Masin e Cristiano Pavarin (Coscienza comune): “Al sindaco - ha detto Masin - abbiamo spiegato che a noi interessano i contenuti e che il nostro orizzonte e il bilancio. Siamo preoccupati anche per alcune incompiute. Il sindaco ha spiegato che per la nuova giunta è già a buon punto, mancano solo alcuni tasselli”. Non è escluso, quindi, una ricerca, da parte del sindaco, di un “soccorso rosso”.

Poi sono saliti anche i Cinque Stelle, e Ivaldo Vernelli che ha preparato una mozione si sfiducia. Per essere depositata e discussa, però, necessita d 13 firme. Vernelli ha anche consigliato al sindaco le dimissioni annunciando il prossimo arrivo della Corte dei Conti per il caso piscine. Simone Dolcetto, indipendente ex Fi al sindaco ha ripetuto il dispiacere per la cacciata, un ann fa, di Ezio Conchi, ed ha ribadito che “mi terrò le mani libere, decidendo volta per volta. Bergamin ha spiegato che la giunta l’ha cambiata per dare un segnale forte alla città. Io ho anche detto che il metodo è stato sbagliato”.

Non hanno partecipato alle consultazioni, oltre a Fi e Or, nemmeno il Pd e la lista Menon. Questi due gruppi continuano a chiedere le dimissioni del sindaco. Richiesta analoga arriva anche dal gruppo Bachelet.

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