VOCE
Economia
07.02.2019 - 21:09
La Brexit? Non preoccupa (troppo) gli industriali. “A patto che siano pronti ad adottare gli opportuni correttivi in base agli scenari che si verranno a creare, e che ora non possiamo prevedere”. Vincenzo Marinese e Gian Michele Gambato, rispettivamente presidente vicepresidente di Confindustria Venezia-Rovigo, ieri pomeriggio hanno partecipato a Top 500, la vetrina delle migliori aziende del Nordest, che ha fatto tappa a Venezia.
E lo spettro della Brexit, in ogni caso, si è fatto sentire. Ma senza fare paura. “Certo che siamo preoccupati - dice Gambato - così come lo sono tutti quelli che hanno in piedi attività con il mercato inglese. Ma stiamo già analizzando gli scenari possibili, per prepararci alle evoluzioni. In particolare, lo sta facendo chi ha un giro d’affari significativo”.
Anche Vincenzo Marinese non si dice preoccupato. “Ormai dobbiamo pensare di ragionare in un’ottica di mercato globale. Più che dalla Brexit, credo che gli imprenditori siano preoccupati piuttosto della contraffazione, di chi imita i nostri prodotti, di chi riproduce illegalmente il marchio ‘Made in Italy’. Sono queste le cose che ci fanno veramente male”.
Certo, tutto questo nell’ottica di chi fa grandi numeri ed è abituato a pensare all’economia a livello macro. Ma quali potrebbero essere le ripercussioni per un territorio come il Polesine, che non solo soffre ancora la crisi, ma ha un tessuto economico composto in prevalenza da imprese medie o piccole? “Non abbiamo dati relativi all’entità dell’export delle imprese polesane in Inghilterra - riprende il filo del discorso Gambato - credo che l’incidenza sia importante soprattutto per il settore agricolo e alimentare, più che per l’industria in sé. Anche per questo credo che l’impatto della Brexit sarà tutto sommato limitato: parliamo di cifre piccole, che spalmate su tante aziende possono essere assorbite”.
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