Nei guai per un’assunzione fatta senza concorso pubblico

La dipendente assunta nel 2009 con “selezione pubblica per colloquio” nel comune di Papozze non aveva i requisiti. “Nel curriculum era indicato che aveva una laurea triennale e aveva lavorato come hostess all’ente fieristico di Rovigo”. A parlare davanti al collegio del tribunale di Rovigo è il maresciallo dei carabinieri che ha condotto le indagini per abuso d’ufficio e falso, che hanno portato alla sbarra l’ex sindaco Diego Guolo, ora presidente dell’Opera Pia Bottoni.

Guolo, difeso dall’avvocato Stefania Tescaroli, che “confida di dimostrare la totale estraneità ai fatti del suo assistito”, aveva assunto con un ruolo dirigenziale la dottoressa Mattea Marcello, ancora dipendente del Comune, senza indire un concorso pubblico. E per questo ora deve rispondere della grave accusa di abuso d’ufficio, perché “ha conferito incarico a contratto in violazione dell’articolo 97 della Costituzione (imparzialità nella gestione della pubblica amministrazione) e del testo unico sulle assunzioni nella Pa, intenzionalmente procurando un ingiusto vantaggio all’assunta”. A scapito, tra l’altro di un’altra persona che aveva partecipato alle selezioni, che si è costituita parte civile con l’avvocato Francesca Martinolli.

Oltre al maresciallo, oggi 7 febbraio il collegio, presieduto dal giudice Nicoletta Stefanutti, ha sentito anche l’ex segretario comunale Veronese, il quale ha specificato che le regole sull’assunzione sono cambiate dal 2014 in poi.

L’udienza è stata rinviata al prossimo 17 ottobre 2019 per sentire i testi della difesa e l’imputato. Nel procedimento erano coinvolti altri amministratori di Papozze che sono stati prosciolti per intervenuta prescrizione.