I mostri del Polesine
Parla un editore di Porto Viro
13.02.2019 - 19:17
“Accademia dei Concordi non più credibile, io non mando più i miei libri”. L’editore di Porto Viro Antonio Crepaldi ha scritto una lettera al presidenti dei Concordi Giovanni Boniolo e per conoscenza al sindaco di Rovigo, alle istituzioni e all’onorevole Vittorio Sgarbi. Una lettera in cui comunica che non invierà più copie dei suoi libri all’Accademia dopo i libri mandati al macero e le polemiche dei giorni scorsi. In pratica l’editore dichiara di non fidarsi di come a Rovigo si trattano i libri.
“A seguito dei quintali di libri ed altro materiale cartaceo che la biblioteca dell’Accademia dei Concordi ha mandato al macero con decisione univoca - scrive Crepaldi, perfino pagando un’apposita commissione che ha scelto i libri da macerare. Ed essendo ancora non chiara tale vicenda, nella veste di titolare della casa editrice di Porto Viro, annuncio che a partire da questo momento sospendo l’invio delle copie dell’obbligo all’Ufficio deposito legale competente per la provincia di Rovigo, sito alla biblioteca dell’Accademia, dei libri editati dal sottoscritto”. E spiega: “Innanzitutto perché già da qualche anno per tutti i libri inviati non ho più ricevuto la relativa modulistica vidimata a conferma dell’avvenuta registrazione da parte dell’Ufficio deposito legale stesso”. Un disservizio di cui Crepaldi non si da una spiegazione.
L’editore, poi, sottolinea la dichiarazione di Boniolo dove si diceva che “i tantissimi quintali di libri mandati al macero erano quelli non inventariati e quelli in copie multiple”. Ecco allora che a Crepaldi sorge il dubbio: “Che tra i volumi distrutti possano esserci anche quelli editati dalla mia casa editrice, sia perché in mancanza appunto della modulistica a confermarne l’inventariazione, sia perché inviati in duplice copia, come d’obbligo”.
E ancora: “Mi crea un altro dubbio anche l’altra dichiarazione, quella secondo cui tra i libri mandati al macero vi erano pure quelli estranei alle collezioni della biblioteca dell’Accademia, per cui temo che i libri editati dalla mia casa editrice ad argomento cinofilo possano essere stati scartati e per questo non più vidimati. Non posso fare a meno di notare che se è stato mandato al macero perfino il 10% (equivalente a ben 4.000 pezzi) dei 40.000 volumi del lascito Cibotto, tanto peggio potranno essere stati parte dei 27 o 70 quintali macerati i libri della mia casa editrice. Sono d’accordo con Sgarbi che un’istituzione come la biblioteca dell’Accademia dei Concordi non debba mandare al macero nemmeno un libro e che ciò spetti solo agli editori in quanto aziende private che investono nelle edizioni, nessun libro merita di essere gettato. Condivido con Sgarbi anche che la decisione migliore sarebbe stata quella di averli venduti a basso prezzo con relativo introito, oppure donati ad altre biblioteche, o regalati ai privati, specialmente quel 10% dei libri che furono di Cibotto, toccati da lui, magari con qualche sua preziosa traccia autografa”.
Ed anche “se Cibotto avesse indicato nel testamento di gettare parte della sua biblioteca ciò non andava fatto perché è comunque uno sperpero mandare al macero del materiale appartenuto ad un intellettuale talmente prestigioso. Credo che molti bibliofili, compreso il sottoscritto, sarebbero stati disponibili a portarsi a casa il materiale della biblioteca di Cibotto scartato dall’Accademia, ed invece è stato incredibilmente macerato, così come, si dice, molti libri rarissimi, oltre che l’edizione del 1947 delle “Lettere dal carcere” di Antonio Gramsci e l’opera completa di Sigmund Freud”.
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