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Badia Polesine

“Maggiore tutela per gli argini”

La lettera degli ambientalisti al Soprintendente per i beni culturali Fabrizio Magani. Carone e Vallarini sui lavori per un sottopasso: “Non si dovrebbero arrecare danni al paesaggio”.

“Maggiore tutela per gli argini”

Gli argini dell'Adige

Maggiore tutela per gli argini dell’Adige. A chiederla, attraverso una lettera indirizzata al Soprintendente per i beni culturali Fabrizio Magani, sono Corrado Carone e Claudio Vallarini, ambientalisti che in diverse occasioni hanno fatto sentire la propria voce.

“Come è noto - scrivono Carone e Vallarini - entro breve tempo dovrebbero iniziare i lavori per la realizzazione di un sottopassaggio a ridosso del ponte a tre archi e quelli per il rifacimento del sedime arginale nel tratto da Badia Polesine fino a San Martino di Venezze, interessanti un percorso di circa 50 chilometri. Le opere verrebbero realizzate nell’ambito di un più ampio intervento di percorsi ciclabili sulle sommità arginali - da Verona Est a Badia Polesine - dall’indubbio interesse turistico che pure noi condividiamo. Ma se da una parte vengono messe in campo ingenti somme di denaro per promuovere il turismo, dall’altra non si dovrebbero arrecare danni al paesaggio”.

“A nostro parere - riprendono i due ambientalisti - per promuovere la viabilità ambientale e il turismo sostenibile (aspetti che, lo ripetiamo, sosteniamo pure noi) si rischia di snaturare un elemento suggestivo di quel paesaggio tradizionale che contraddistingue il nostro fiume. Tutto ciò lo vogliamo precisare perché, il tratto arginale dall'acquedotto alla Malopera, è un luogo suggestivo, frequentato quotidianamente da decine di persone che vi si recano per passeggiare in sicurezza e tranquillità. Chiediamo perciò di intervenire. Coloro che vorrebbero eradicare il manto erboso dalla strada arginale, sostengono che esso può provocare cadute ai ciclisti, ma ricordiamo che in questo tratto, per non cadere dalla bicicletta, è sufficiente rallentare la corsa, anche per il fatto che il percorso è spesso frequentato da pedoni”.

“In conclusione - si legge nel testo indirizzato a Magani - per proteggere più adeguatamente il sentiero, a nostro parere sarebbe necessario lasciare il percorso arginale così com'è, evitando di modificare il manto stradale nel tratto in esame, ma per soli 1200 metri sui 50 chilometri previsti dall'intervento. Dallo Stante 1 allo Stante 26 e dallo Stante 34 fino a San Martino di Venezze, invece, laddove non sussistano realtà paesaggistiche di pregio analoghe a quelle segnalate a Badia, si potrebbe intervenire con la posa del nuovo manto stradale”.

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