VOCE
Badia Polesine
21.02.2019 - 20:40
Galeotte furono le lezioni di danza a Masi dove nacque una breve ma intensa relazione
Un paso doble, poi un casquet, e tra il maestro e la ballerina è scoppiata la passione fatale. Che ha portato alla condanna per estorsione di una 45enne polesana, perché ha ricattato l’uomo originario della provincia di Padova, dopo la relazione.
Le lezioni di ballo, poco più di due anni fa, nel 2016, erano state poche ma evidentemente intense. Tanto era bastato per far scatenare la chimica e la passione travolgente, da tango argentino tra i due.
Incontri fugaci, nessuna promessa, eppure quando la relazione era stata messa a finire, lei non l’aveva presa affatto bene.
Come spesso avviene la donna polesana - M. P. le sue iniziali - e il padovano, residente appena al di là dell’Adige hanno discusso a lungo. Lei non avrebbe voluto troncare la relazione. Lui, single incallito, non ne voleva una seria. O semplicemente non pensava a lei come alla donna della sua vita.
Dopo i rifiuti di lui erano arrivate le minacce. Aveva chiesto al maestro-amante di versarle ben 25mila euro, altrimenti avrebbe raccontato a tutti di essere stata violentata dall’esperto ballerino.
Per ben venti giorni la richiesta era andata avanti sempre più insistentemente, fino a che i due erano arrivati a un accordo “bonario”: duemila euro che effettivamente il ballerino ha versato tramite bonifico bancario sul conto di lei.
Ma a somma versata, con la prova del reato consumato, l’uomo si è presantato dai carabinieri e ha sporto denuncia. A testimoniare l’avvenuta estorsione anche le testimonianze di alcuni parenti.
Il giudice del Tribunale di Rovigo, martedì scorso, ha confermato le responsabilità della donna, condannandola a quattro anni di reclusione. Assolto il figlio di lei, accusato di avere avuto un ruolo nella vicenda.
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