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L’Antimafia: in Polesine strade costruite con i veleni

Sparse 8.500 tonnellate di ceneri pesanti sulle capezzagne tra Trecenta e Giacciano. Sotto la lente di ingrandimento l’attività di due aziende di Cerea in 19 Comuni.

L’Antimafia: in Polesine strade costruite con i veleni

Oltre ottomilacinquecento tonnellate di veleni stesi sopra le capezzagne di campagna tra Trecenta e Giacciano con Baruchella. E il rischio che nichel, cromo, piombo e cloruro siano stati seminati sulle strade di campagna in ben 19 Comuni della provincia di Rovigo.

Tutto ruota attorno a due aziende della Bassa Veronese, accusate di ricevere, trasportare e gestire abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti, tra cui scorie e ceneri pesanti. Veleni che venivano utilizzati per realizzare strade interpoderali, in campagna, in varie località agricole del Veneto, dell'Emilia Romagna e della Lombardia.

Sotto accusa ci finisce il “concrete green”, materiale di cui sono state prodotte 718mila tonnellate tra il 2013 e il 2016 di cui 309mila sarebbero state usate per rilevati stradali, su strade più o meno “bianche, nelle forme di conglomerato cementizio preconfezionato a basso dosaggio di cemento (non strutturale).

Per quanto riguarda la nostra provincia, le carte della Dda svelano “il conferimento di detto rifiuto” a Corbottolo di Trecenta, località sulla sponda sinistra del Canalbianco, dove sarebbero state conferite, tra il 27 febbraio e il 17 marzo del 2014 la bellezza di 7.732 tonnellate del materiale incriminato, attraverso 318 viaggi.

Ma anche, poco lontano, a Barchetta, località di Giacciano con Baruchella, dove nel febbraio del 2014, sarebbero arrivate altre 900 tonnellate di veleni. In totale, parliamo di 8.632 tonnellate di “concrete green” finite tra le campagna altopolesane.

Ma molte altre ce ne potrebbero essere in lungo e in largo per il Polesine. La Dda, infatti, ha avvisato del rischio, in tutto, 19 Comuni del Medio e Alto Polesine oltre alla Provincia: le carte, nei giorni scorsi, sono arrivate sul tavolo dei sindaci di Arquà, Badia, Bergantino, Canaro, Canda, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Costa di Rovigo, Fratta, Gaiba, Melara, Occhiobello, Pincara, Salara, San Martino, Stienta e Villadose, oltre che di Trecenta e Giacciano. Ma sono 109 in tutto i Comuni che potrebbero costituirsi parte civile, tra cui i 19 enti polesani oltre a palazzo Celio.

Il servizio completo e tutti i dettagli sulla Voce in edicola mercoledì 27 febbraio.

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