VOCE
Giostra selvaggia
28.02.2019 - 20:26
Sono una decina le giostre e le attrazioni sequestrate in Polesine nel quadro dell’inchiesta su irregolarità, tangenti e autorizzazioni farlocche assegnate ad impianti di intrattenimento installati in fiere, luna park, e anche semplici locali pubblici. Un’indagine che ha fatto finire il comandante della polizia locale di Borgo D’Ale (Vercelli), Mauro Ferraris, agli arresti per corruzione e falso in atto pubblico, proprio per la facilità con cui assegnava l’omologazione alle giostre, in cambio di soldi facili.
Le indagini, portate avanti, dai carabinieri di Vercelli, hanno prodotto numeri di tutto rispetto: il sequestro di 1.95 attrazioni in 88 province italiane (fra cui anche Rovigo). E poi 36 indagati, di cui sette sottoposti a misure cautelari.
Molte di queste perquisizioni sono state fatte anche in Polesine, ed hanno portato al sequestro di una decina di giostre e attrazioni di proprietà di tre soggetti privati e di tre società. Si tratta di grandi gonfiabili, scivoli e giostre da autopista. Queste persone non sono indagate perché a finire nei guai con la giustizia, oltre al comandante della polizia locale, sono i cosiddetti intermediari, professionisti compiacenti, come ingegneri, che sbrigavano le questioni burocratiche per ottenere la documentazione e i collaudi previsti dalla legge. Non c’entrano niente, quindi, i produttori di giostre, settore nel quale eccelle l’Alto Polesine.
L’inchiesta è entrata nel vico dopo un incidente avvenuto a legnano nel 2017. A causa di un malfunzionamento ad una giostra a catene una ragazza era caduta dal seggiolino facendosi male ad un braccio dopo un volo di tre metri. Le indagini su quel fatto avevano portato ad evidenziare che le certificazioni della giostra erano state rilasciate dalla polizia locale di Borgo D’Ale. E’ stato in quel momento che il vaso di Pandora ha cominciato a scoperchiarsi, il sindaco del comune vercellese ha avuto i primi sospetti che qualcosa non andasse nelle attività e pratiche rilasciate all’interno del suo Comune e così si è ricolto ai carabinieri che hanno dato il via alle indagini. Sono emerse oltre mille certificazioni irregolari in quanto non protocollate (il bollino può essere concesso da qualsiasi comune, dopo un’analisi della commissione apposita).
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