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La storia

“Via da Rovigo ho ritrovato la vita”

“Con questa città assurda ho chiuso, ho sofferto troppo. Il chiosco può ancora essere salvato”

“Via da Rovigo ho ritrovato la vita”

Sono riuscito a riprendermi la mia vita. Ed ora posso vivere e lavorare, e non limitarmi a sopravvivere”. Ora è sereno Daniele Zago, titolare del chiosco di piazza Merlin, da alcuni giorni si è trasferito alle Canarie, dove lavora, con il figlio, in un ristorante. Ma appena gli si nomina Rovigo, la guerra che alcuni assessori della giunta Bergamin avevano dichiarato al suo bar, le continue amarezze mandate giù a colpi di rancore, ecco appena si riapre questo file a Zago si riapre una ferita che sanguina e spurga fiele e delusione.

“Fino a una settimana fa - dice - ero costretto a dormire nel chiosco, a cercare il modo per sopravvivere. Non ce la facevo più, la mia vita era in preda alla disperazione. Ora mi sono ripreso la mia vita, e con mio figlio ora siamo sereni”. Zago lavora in un ristorante a Lanzarotte, un’isola delle Canarie l’arcipelago spagnolo nell’Atlantico al largo della costa africana. Ci è arrivato grazie ad alcuni amici che lavorano là. “Qua faccio un po’ di tutto, il cameriere e altre attività che servono. Il ristorante è a 300 metri dal mare, è primavera tutto l’anno e c’è sempre il sole. Mi sono ripreso la vita, è vero, perché prima ero costretto a campare, a sopravvivere, ma l’avrei potuto fare anche a Rovigo. Purtroppo c’è chi non ha voluto, c’è chi ha fatto un’assurda guerra contro il chiosco. Io ci ho rimesso quasi 500mila euro; sono stato male, ho dormito in auto e nel chiosco, non avevo più nulla”.

Ed è per tutti questi motivi che Zago con Rovigo ha detto basta, la sua rabbia monta appena gli si ricordano i giorni della lotta al suo bar, come testimoniano i cartelli ancora affissi alle vetrate, dove la sua vicenda è descritta nero su bianco. Dove la sua amarezza spesso si trasforma in livore nei confronti di chi considera i sui nemici.

Un’amarezza che sconfina in giudizi quasi definitivi anche nei confronti della città: “Ci sono persone che mi hanno aiutato, non molte a dire il vero, ma anche tante persone che non hanno mosso un dito. Purtroppo Rovigo è una città condannata ad un provincialismo dove funzionano amicizie e piccoli favori. Bigotta e assurda. Eppure avrebbe delle potenzialità. Ma è il commercio a risentirne, lavorano solo pochi locali, la maggioranza dei negozianti fatica a tirare avanti”.

Zago ha gestito il chiosco di piazza Merlin per quasi 20 anni, “poi i soliti noti hanno voluto chiudere il locale. Ed ora io non ne voglio più sapere, ho cambiato pagina. L’avvio del procedimento di demolizione è stato notificato, le pratiche le stanno seguendo la mia ex moglie e l’architetto incaricato. Di sicuro io non ho risorse per pagare la rimozione della struttura, e sarebbe assurdo se per il capriccio di qualche ex amministratore l’abbattimento dovesse essere a carico della collettività. Credo che il costo non sarebbe inferiore a 50mila euro. Spero che il commissario prefettizio possa fermare la procedura. Basterebbe che valutasse le opportunità che esistono per rilanciare l’ex bar. So che ci sono persone interessate a rilevarlo. Io sono disposto a cederlo. Di certo non a tornare a gestirlo. Ho sofferto troppo, con Rovigo ho chiuso”.

Zago chiude con il sarcasmo: “Per ora dall’Italia mi sono preso un periodo sabbatico, per tornare a vivere sereno. Quanto durerà? Almeno 30 anni”.

E così chi il chiosco divise ora potrebbe riunire lontano da Rovigo e dall’Italia. Anche Sante Cavalieri, che gestiva la parte del chiosco adibita ad edicola da anni vive alle Canarie, nell’isola di Fuerteventura. La loro storia è profondamente diversa, certo. In fondo il mondo è piccolo, e i due potrebbero ritrovarsi e ricordare gli anni amari del “destino cinico e baro”.

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