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Il caso

Il grande fallimento dei “Qubi”

Il bando prevedeva la realizzazione di veri e propri presidi in vari parchi della città

Il grande fallimento dei “Qubi”

Il "Qubo" di via Enrico Fermi

Il bando prevedeva la realizzazione di veri e propri presidi in vari parchi della città

Dovevano essere cinque e avevano lo scopo non solo di offrire un servizio, ma anche di creare un presidio sul territorio. Invece, quattro non sono mai stati realizzati e il quinto non funziona. O meglio, non va un granché, visto che il gestore ha deciso di provare a metterlo in affitto, a sua volta (lui stesso già paga l’affitto al Comune).

Parliamo del progetto dei “Qubi” che ormai è prossimo a compiere dieci anni, e che prevedeva la realizzazione in cinque parchi pubblici, di altrettanti chioschetti chiamati appunto “qubi”. Invece, dei cinque messi a bando, tutti vinti dalla stessa ditta, ne fu realizzato uno solo, quello di via Enrico Fermi, nel quartiere di San Bortolo.

Il bando fu realizzato nel periodo in cui Nello Piscopo era assessore ai lavori pubblici nel Comune capoluogo, ma gestito poi dagli uffici del patrimonio (anche se l’iter cominciò ancora prima, intorno al 2009).

Oltre alla zona in via Enrico Fermi, era prevista, da bando, la realizzazione dei “qubi” anche nel quartiere Commenda, nel parco Cibotto, a San Pio X nel parco Pampanini, sempre a San Bortolo nel parco della casa di riposo, Iras, e nel parco Marconi vicino alla stazione in zona università.

Alla fine del 2017, passati sei anni dall’aggiudicazione, il Comune ha deciso di dichiararla “decaduta” ritirando quindi le quattro aree mai occupate e lasciando invece in gestione il qubo di via Enrico Fermi.

“E a mio dire hanno sbagliato - commenta l’ex assessore Nello Piscopo - Considerando il fatto che erano stati aggiudicati insieme, e che il gestore non aveva rispettato il cronoprogramma di realizzazione degli altri quattro chioschetti, andavano ritirati tutti, anche quello già realizzato. Già all’epoca mi imposi contro la scelta di affidare tutte le strutture alla stessa ditta ma mi dissero che l’offerta era troppo buona per poterla rifiutare. E ora vediamo com’è andata a finire. Un solo chioschetto realizzato su cinque e pure messo in affitto. Con tutto che non ritengo sia un male, previa autorizzazione del Comune, subaffittare quel Qubo, ma ripeto che a mio parere non bisognava aspettare sei anni ma ritirare ben prima tutte le aree e rimetterle a bando”.

Lo scorso anno, l’assessore Luigi Paulon propose la messa a bando delle aree in questione rimaste inoccupate, ma poi non se ne fece nulla.

Oggi, dunque, l’idea di realizzare i baretti nei parchi sembra essere andata nel dimenticatoio. L’unico che si sta battendo per la riapertura del bando è uno dei vecchi partecipanti alla gara di affidamento, che all’epoca perse, e oggi vuole capire dal Comune se, di quella bella idea, se ne possa ancora fare qualcosa.

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