VOCE
IL CASO DI BOARA
06.03.2019 - 14:30
Il suo caso, lo scorso 13 febbraio, aveva colpito profondamente sia il Polesine che il Padovano. Un giovane padre albanese che, pur di rivedere i figli, come non riusciva a fare, nonostante precise indicazioni del Tribunale dei minori, era arrivato a minacciare di lanciarsi dal ponte stradale che unisce le due Boara. Era rimasto aggrappato alla ringhiera esterna per circa due ore, sino a quando l'intervento diretto del magistrato aveva consentito di sbloccare la situazione (LEGGI ARTICOLO).
Era stata una giornata campale, per tutti. Per le forze dell'ordine, il Suem e i vigili del fuoco, che avevano gestito una situazione difficilissima, riuscendo a risolverla senza che nessuno si facesse male. Un esito non scontato. Ma anche per tante persone che si erano trovate il ponte bloccato, per tutta la durata dell'emergenza. Da parte sua, il sostituto procuratore competente aveva immediatamente avviato gli accertamenti sulla situazione segnalata dal giovane padre. La cui ricostruzione è apparsa, sostanzialmente, veritiera e fondata.
Inizialmente, secondo questa ricostruzione, all'uomo era stato impedito di vedere i bimbi, così come la moglie, a seguito di una querela per maltrattamenti, con successiva separazione. Gli accertamenti, però, non hanno consentito in alcun modo di trovare riscontro alle lamentele delle donne. La posizione dell'ormai ex marito, quindi, è stata archiviata. Il che significa che l'indagine è stata chiusa senza alcuna conseguenza per l'indagato e senza che a suo carico l'accusa decidesse di esercitare l'azione penale. A suo carico, in sostanza, non era emerso nulla.
Per due volte, quindi - a quanto emerge degli accertamenti condotti dalla Procura - il Tribunale dei minori aveva scritto ai servizi sociali competenti, del Comune della Bassa Padovana dove vive l'uomo, segnalando come non vi fosse alcun motivo ostativo, ormai, al fatto che il padre potesse riprendere i contatti con i bimbi. Nonostante queste due missive, una verso ottobre, una verso gennaio, l'uomo non sarebbe comunque riuscito mai a vedere i piccoli.
Da qui, la decisione di mettere in atto un comportamento eclatante, come quello di minacciare di lanciarsi, aggrappato al ponte. Il tutto nel giorno del suo compleanno. Ora, a una ventina di giorni di distanza, la situazione appare essersi definita, in tutti i sensi. In primo luogo, infatti, è ormai acclarato che, per il giovane padre, non vi saranno conseguenze per il suo gesto. Qualcuno aveva paventato una denuncia a piede libero per interruzione di pubblico servizio, perché avrebbe provocato, seppure indirettamente, la chiusura del ponte. Nessuno, però, a oggi ha proceduto in questo senso.
Ma, soprattutto, nella giornata di martedì 5 marzo, a seguito di una nuova nota della Procura, per la prima volta dopo oltre un anno ha finalmente potuto rivedere i bimbi.
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