VOCE
IL CASO
08.03.2019 - 21:14
Prende carta e penna e scrive la sua rabbia: “Io, costretta a pagare esami salvavita”
“Caro Luigi, il reddito di cittadinanza te lo stiamo pagando noi anziane che dobbiamo spendere cifre esagerate per fare gli esami salvavita oppure scegliere di morire. Vergognati”. E’ la sintesi di una lettera scritta da una anziana signora rodigina che ha preso carta e penna per esprimere tutta la sua rabbia per un servizio sanitario che esclude le ultra settantenni dallo screening mentre il governo sta aiutando chi non lavora. “Tanto, paga pantalone”.
“Questa lettera è indirizzata a Luigi Di Maio e Matteo Salvini - scrive la donna - Carissimi, e non esiste aggettivo più indovinato, voglio parlare dello screening, quel famoso esame che protegge le donne dai tumori prettamente femminili. Fino ad una certa età, ti mandano a chiamare, poi dopo i 70 anni ti consigliano di andare dal medico a farti fare l’impegnativa, cosa che devo fare da parecchi anni avendo superato gli 80 anni e francamente mi sembrava più accurato premettere l’esenzione completa su mammografia ed ecografie. Questo con tutti i governi precedenti. Ma purtroppo la storia è cambiata: ora si può scegliere tra morire o pagare 76 o 45 euro se va bene. Ma allora, carissimi - conclude l’anziana - con questa cifra moltiplicata per tutte le anziane d’Italia che non saranno disposte a morire ve lo stiamo pagando noi il reddito di cittadinanza, non voi. Ed ecco che ancora una volta, paga pantalone. A dir poco, mi fate pena”. E’ una lettera che esprime rabbia e tocca il cuore. Una donna anziana che prende carta da lettere, una busta e scrive con una calligrafia tremante ma carica di dignità. La stessa che la porta a chiedere a testa alta di poter fare, nonostante la sua età, degli esami che possono salvare la vita. Così come le donne più giovani di lei. Un diritto che ritene imprescindibile, molto più di una “mancia” per chi non lavora.
Purtroppo, lo screening gratuito per la prevenzione del tumore riguarda solo le donne che hanno tra i 50 e i 74 anni, anche se, in Veneto, è al vaglio l’ipotesi di abbassare l’età per la gratuità della prestazione. Non di alzarla, però.
A spiegarlo è il direttore sanitario dell’azienda Ulss 5 Polesana, Edgardo Contato. “Stiamo pensando di allargare la fascia di età compresa nello screening che attualmente comprende le donne tra i 50 e i 74 anni - spiega il direttore sanitario - Gli studi in corso, questo a livello regionale, sono finalizzati ad abbassare l’età a 45 anni. Non ad alzarla. Quando si entra nello screening arriva una lettera a casa con un appuntamento per la mammografia, cosa che avviene ogni due anni, non di più per non esporre troppo le donne alle radiazioni dell’esame. Chiaramente, fuori dallo screening la prestazione si paga”. E si paga con il ticket intorno ai 45 euro, attendendo chiaramente i tempi delle liste d’attesa. 75 euro, invece se, esasperati per l’attesa, si decide di rivolgersi al privato.
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