VOCE
Rovigo
08.03.2019 - 20:31
Una vista del carcere dismesso e abbandonato
I grillini già in contatto con il ministro Bonfante perché il progetto non è fattibile
Il progetto di fattibilità del carcere minorile di Rovigo, in via Verdi, al posto della vecchia casa circondariale è stato già affidato a una società di project per una spesa di 800mila euro, mentre il ministero della Giustizia ha stanziato 5 milioni per ristrutturare l’edificio. Ma ci sono movimenti “romani” per bloccare l’arrivo dell’istituto penitenziario per minorenni nell’ex carcere oramai abbandonato tre anni fa.
Lo dichiara Francesco Gennaro, ex consigliere dei 5 Stelle, che con il suo gruppo ha già preso contatti con il presidente della Commissione Giustizia, l’onorevole Francesca Businarolo, originaria di Villa Estense (Padova) e con lo stesso ministro Alfonso Bonafede per riconsiderare l’idea.
“Ho seguito il dibattito sul trasferimento del tribunale, con le varie proposte quelle del presidente del tribunale Risi, che lo vorrebbe al Censer e degli avvocati in difesa del centro storico - premette l’ex consigliere grillino - Il punto è che per parere condiviso da varie istituzioni, tra cui anche Livio Ferrari, presidente del centro di ascolto San Francesco, che coordina il volontariato sulle carceri, il carcere minorile lì non va bene per due motivi essenziali: le carceri minorili hanno bisogno di ampi spazi come palestre e campi di calcio, altrimenti questi giovani già in disagio diventano aggressivi e non possono esprimersi”. L’altro motivo è che “a fianco di un carcere minorile ci vuole una città che abbia un tessuto di imprese e associazioni organizzate per poter fare la rieducazione di questi ragazzi impegnati con Treviso”.
L’obiettivo è agire sul ministro della giustizia, perché cambi destinazione d’uso. “Per noi l’ex carcere dovrebbe essere restaurato e recuperato per andare incontro alle esigenze degli avvocati e ampliare l’attuale tribunale di via Verdi, senza spostamenti drastici che andrebbero a svuotare il centro”.
Il servizio completo sulla Voce di Rovigo di oggi, 9 marzo 2019
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