VOCE
L’inchiesta
12.03.2019 - 21:47
Se è vero che la prostituta è il mestiere più antico del mondo, è altrettanto vero che se continua ad essere cosi florido, lo si deve al fatto che da sempre esistono anche i clienti. Tanti clienti. Ed è proprio con alcuni di loro che oggi abbiamo deciso di fare quattro chiacchiere per cercare di capirne di più.
Il primo che abbiamo incontrato è un libero professionista polesano di 55 anni, sposato e con un reddito che lui stesso definisce medio alto, che afferma di frequentare con una certa regolarità alcune di queste ‘signorine’.
“E’ un modo come un altro per evadere dalla routine quotidiana - racconta - E’ forse il più semplice e quello con meno intralci e problemi. Contattarle è piuttosto semplice. La prima volta ci si può affidare ai diversi annunci che si trovano in internet o, meglio ancora, al passaparola di qualche amico che ha già avuto la possibilità di ‘provarle’. Basta un messaggio per l’appuntamento e il gioco è fatto - racconta con estrema naturalezza - Io, per una questione di igiene, non vado assolutamente da quelle di strada, senza contare che bisognerebbe allontanarsi dal Polesine, ma preferisco di gran lunga quelle che ricevono in appartamento e, credetemi, ce ne sono oramai dappertutto, anche nella nostra provincia. Raggiunto il luogo dell’appuntamento, basta suonare il campanello, farsi riconoscere e la porta si apre. I soldi li vogliono tutte prima di consumare e solitamente non accettano trattative sul prezzo, ma una volta diventato cliente ‘abituale’ è possibile anche avere prezzi di favore”.
Il nostro amico spiega anche cosa lo spinga a questo tipo di frequentazioni. “Lavorando parecchie ore al giorno, dovendo dare retta a molti clienti spesso esigenti, sento la necessità di uscire dalla normalità per provare qualcosa di diverso senza legami di tipo affettivo - spiega - alla prostituta, una volta pagata, non resta niente da dire o da discutere. La cosa negativa, è che dopo un certo periodo finisco per affezionarmi, e la cosa non mi piace più”.
“Riguardo alla riapertura delle case chiuse sono favorevole - conclude - Credo sia giusto che anche loro vengano tutelate dal punto di vista della sicurezza e della contribuzione. Oltre al fatto che ci sarebbe un maggior controllo sanitario anche a tutela dei clienti”.
In un bar un altro polesano, questa volta più giovane, davanti ad una birra confessa di frequentare queste ragazze con cadenza settimanale. Ha 42 anni e lavora come operaio specializzato in una grossa azienda polesana che si occupa di carpenteria.
“Sono fidanzato da una decina di anni, ma a prostitute ci andavo anche prima - spiega - La prima volta avevo appena compiuto 18 anni e sono andato in un night con un amico più grande. Dopo aver assistito ad uno spogliarello, una delle ‘artiste’ ci ha chiesto se alla chiusura, potevamo accompagnare a casa lei e la sua amica. Da allora è scattata una molla per la quale non ho mai smesso di frequentare questo ambiente. Il venerdì sera, la mia ragazza sa che mi trovo con gli amici per la solita partita a carte - racconta con un sorriso misto tra il beffardo e l’infelice - Effettivamente a carte giochiamo davvero, ma quando sono le undici, ci salutiamo e io raggiungo il mio sfogo settimanale. Sono più o meno sempre le stesse che frequento ormai da diverso tempo, tanto che a volte capita che, se non mi vedono per qualche mese, mi mandano un messaggio per sapere se mia sia successo qualcosa”.
A questo punto, però, l’espressione cambia ancora e il suo sorriso si trasforma in broncio. “Credo che questo tipo di frequentazione mi sia necessaria per mantenere una certa serenità sia sul lavoro che a casa. Una sorta di sfogo utile per rilassarmi e abbandonare per un’oretta tutti i pensieri. So benissimo di fare una cosa che non dovrei fare e che non è giusto nei confronti della mia ragazza, che se dovesse scoprirlo mi pianterebbe immediatamente - conclude cambiando per l’ennesima volta espressione - ma in fondo… occhio non vede, cuore non duole”. Non è proprio così, ma vaglielo a spiagare...
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